Nella recente intervista del Dr Giuseppe Di Bella a Telecolor "i tumori più diffusi" sono state evidenziate le più frequenti cause dei tumori, tra cui i maggiori, più pericolosi e documentati fattori di rischio di induzione neoplastica, nascosti al pubblico: L’ elevato incremento della radioattività atmosferica. Questa è stata causata soprattutto dalle 2.053 esplosioni nucleari che hanno avuto luogo tra il 1945 e il 1998, dall’ indiscriminato uso bellico di grandi quantitativi di uranio impoverito e Torio in Serbia, nel Kosovo, Bosnia, in Medio Oriente, Iraq, Siria, oltre che in Afghanistan, in Africa orientale e in Somalia e nei poligoni militari.
In misura inferiore anche se non trascurabile l’incremento delle radioatttivitàatmosferica è dovuto agli incidenti delle centrali nucleari. Si calcola che i bombardamenti nucleari americani su Hiroshima e Nagasaki, oltre al milione di morti provocato al momento dell’esplosione e nei giorni immediatamente successivi, abbiano causato un numero almeno doppio di decessi per l’induzione di tumori solidi e leucemie. Le radiazioni ionizzanti, mutagene, da elementi radioattivi, rappresentano sicuramente uno dei massimi rischi di malattie neoplastiche oltre che degenerative, causando anche malformazioni e gravi danni all’equilibrio biologico e alle funzioni vitali.
Oggi l’unica possibile, efficace e scientificamente documentata difesa dai danni dalla radioattività atmosferica, dall’inquinamento elettromagnetico, dai danni di ordine chimico e fisico, sono le elevate dosi sinergicamente e fattorialmente interattive dei retinoidi solubilizzati in vitamina E della soluzione multivitaminica formulata dal Prof Luigi Di Bella. La documentazione scientifica e i meccanismi d’azione biochimici e molecolari sono pubblicati, e da tutti verificabili, sulla massima banca dati medico scientifica mondiale. Queste proprietà preventive e terapeutiche della soluzione dei retinoidi in Vitamina E sono potenziate dalla vitamina D3. E dalla melatonina idrosolubile in legame di Adenosina, stabilizzata con Glicina formulata dal Prof Di Bella.
La crescente dispersione nell’ambiente di notevoli quantitativi di chemioterapici. Per il continuo estendersi delle patologie neoplastiche aumenta progressivamente l’uso di chemioterapici, tra cui quelli somministrati ad alte dosi in vena, come i derivati del Platino, Vincristina, Taxani, Topotecani, ecc… che si possono considerare tra le sostanze tossiche a più alto rischio mutageno (il tumore nasce da una mutazione) e pertanto oncogene, disperse poi senza alcuna precauzione nell’ambiente. Infatti gli escrementi di quanti sono sottoposti a chemio non sono trattati come rifiuti tossici speciali, ma eliminati attraverso la comune rete fognaria. Significativo il rapporto N°02/16 (2002) dell’Istituto Superiore di Sanità sull’induzione di tumore da parte dei chemioterapici:
“Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” che ha preso in considerazione i danni a breve e/o a lungo termine causati dall’esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici (CA). «Proprio a causa delle loro proprietà citotossiche e immunosoppressive – si legge nel Rapporto – gli antibastici possono paradossalmente causare tumori secondari. Infatti, non solo sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’insorgenza di neoplasie». E ancora: «Mentre per i pazienti tali effetti tossici sono considerati ‘accettabili’ in vista dei possibili (palliativi) benefici terapeutici, essi non dovrebbero mai colpire i medici, i farmacisti, gli infermieri e gli altri possibili operatori. Invece, a partire dagli anni ‘70, numerosi studi hanno dimostrato la pericolosità per gli operatori sanitari».
«Alcuni degli effetti tossici che colpiscono i pazienti sono stati osservati anche in operatori sanitari e in particolare in infermieri dei reparti oncologici (…) sono stati rilevati disturbi a livello oculare, cutaneo e respiratorio causati da chemioterapici vescicanti; reazioni allergiche da composti del platino… Possibili tumori causati da chemioterapici cancerogeni; effetti sull’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’apparato riproduttivo dei figli degli operatori sanitari ».
L’induzione tumorale da chemioterapici è ormai scientificamente documentata. La prestigiosa rivista medico scientifica Nature ( ai massimi livelli dell’ Impact Factor), ha pubblicato uno studio intitolato: “Treatment-induced damage to the tumor microenvironment promotes prostate cancer therapy resistance through WNT16B”. Gli autori hanno spiegato i meccanismi biochimici e molecolari per cui la somministrazione di chemioterapici può indurre il cancro. Questo studio spiega che la chemioterapia, usata per combattere il cancro, in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. Analizzando gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata, sono state scoperti "evidenti danni nel DNA" nelle cellule sane intorno all'area colpita dal cancro.
Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali. La scoperta che "l'aumento della WNT16B interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali…era del tutto inattesa", ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, nello stato di Washington. "I nostri risultati , hanno spiegato i ricercatori, indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita cinetica' del cancro, e questo ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie. "In pratica è un meccanismo generalizzato , esteso ad ogni tipo di varietà istologica di tumore.
Se è pertanto documentato che i chemioterapici possono eliminare un certo quantitativo di cellule neoplastiche , è altrettanto documentato e incontestabile che possono indurre raffiche di mutazioni ,ognuna delle quali seleziona cloni tumorali più aggressivi e resistenti in soggetti debilitati dall’effetto tossico e immunosoppressivo della chemio , creando così le premesse di disseminazioni tumorali generalizzate e inarrestabili. Ovviamente queste non sono che vili calunnie e basse insinuazioni dei soliti biechi complottisti contro gli immacolati e disinteressati circoli di potere globali, che gestiscono con la massima e nota onestà e trasparenza, economia, politica, finanza e informazione.
* Dott. Giuseppe Di Bella, figlio del Prof. Luigi Di Bella e promotore della Multiterapia anticancro Di Bella
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