Tanto tuonò che piovve. Anzi, è venuto giù il classico uragano estivo che si sprigiona all’improvviso scatenando tutta la sua devastante potenza. Una tempesta che si abbattuta sul Governo Conte proprio nel giorno del compleanno del Premier, circostanza che spiega perfettamente il retroscena che voleva il Presidente del Consiglio amareggiato e deluso per quello che considererebbe un tradimento da parte di Matteo Salvini.
Del resto, in conferenza stampa, “l’avvocato degli Italiani” si era già tolto parecchi sassolini dalle scarpe. "Non permetterò più che si alimenti la narrativa del Governo che non opera, del Governo dei no" aveva tuonato. "Questo Governo ha parlato poco e fatto molto. Non era in spiaggia, ha lavorato dalla mattina alla sera a beneficio di tutti gli Italiani".
Ogni riferimento al Ministro dell’Interno e al suo tour estivo negli arenili nostrani era puramente voluto. D’altronde, il Capitano è stato il bersaglio privilegiato dello sfogo di Conte, che lo ha anche sfidato a "spiegare al Paese la brusca interruzione di questo esecutivo".
Concetto e toni molto simili a quelli di Luigi Di Maio, secondo cui la Lega ha preso in giro il Paese e ne pagherà le conseguenze. Con ciò mostrando per l’ennesima volta che c’è un abisso tra ciò di cui si è persuaso il Movimento Cinque Stelle (esclusivamente su base ideologica) e la volontà del popolo: secondo i sondaggi, infatti, la stragrande maggioranza degli Italiani (il 72% nell’ultima rilevazione) vuole tornare alle urne – praticamente tutti, tranne gli elettori del M5S.
Comprensibile, visto che difficilmente il MoVimento avrà ruoli di rilievo nella prossima legislatura. Anche per questo il Ministro del Lavoro sta spingendo affinché si voti almeno il provvedimento-bandiera dei grillini – il taglio dei parlamentari, calendarizzato per il 9 settembre.
A tal proposito, in una sorta di apertura anticipata della campagna elettorale, i pentastellati hanno accusato l’ormai ex alleato di aver voluto fatto saltare il banco per salvare le proprie poltrone. Una considerazione semplicemente ridicola, visto che il Carroccio è l’unica formazione più che certa di aumentare i propri parlamentari – laddove i Cinque Stelle, verosimilmente, li dimezzeranno. Non solo, come hanno fatto notare da via Bellerio l’approvazione del ddl causerebbe una reazione burocratica a catena che potrebbe far slittare il voto di almeno un anno.
Un’eventualità di cui Salvini non vuole nemmeno sentir parlare. Se, come sembra, ci vorrà un passaggio parlamentare per formalizzare la crisi, il Carroccio pretende tempi rapidissimi. Lo confermano anche la mozione di sfiducia contro il Governo Conte presentata dalla Lega in Senato, e la convocazione dei capigruppo di Palazzo Madama per lunedì prossimo.
In caso di caduta ufficiale dell’esecutivo, la mossa successiva spetterà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che i rumours danno come molto preoccupato per un voto che cadrebbe in piena sessione di bilancio. Guarda caso, una delle ipotesi in campo è quella di un Governo di transizione che dovrebbe approvare una Manovra light, tesa solo a evitare l’esercizio provvisorio e a disinnescare le clausole di salvaguardia che provocherebbero l’aumento dell’Iva.
La prospettiva più probabile, però, resta quella delle elezioni anticipate, per cui spinge anche il Partito Democratico: non perché il segretario Nicola Zingaretti pensi davvero di avere qualche chance di vincere, ma per poter derenzizzare un gruppo parlamentare che è attualmente egemonizzato dall’ex Premier fiorentino e dai suoi fedelissimi.
Non a caso, Salvini ha perfidamente fatto sapere di sentire «toni simili tra Renzi e Di Maio», aggiungendo di trovare orribile e inaccettabile per la democrazia un Governo sostenuto da Pd e M5S; e beccandosi perciò l’epiteto di “giullare” dai lord inglesi del MoVimento. Il cui capo politico, nel frattempo, ha preso ad atteggiarsi a statista.
"C'è chi pensa alla prossima cambiale e chi deve farsi carico di pensare alla prossima generazione" ha infatti scritto Di Maio su Facebook. Immaginiamo volesse scimmiottare De Gasperi, anche se ha sbagliato citazione (quella corretta recita: "Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione") e, per buona misura, anche l’autore, visto che la frase in realtà è dell’americano James Freeman Clarke.
In ogni caso, tra lo scioglimento delle Camere e la data delle Politiche devono passare almeno 60 giorni, per via dei tempi tecnici necessari per organizzare il voto degli Italiani all’estero. Per questo motivo, lo scenario più verosimile è che la nuova tornata elettorale si svolga a fine ottobre o ad inizio novembre. La tempesta perfetta è appena cominciata.
*Foto dalla pagina Fb di Matteo Salvini
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