Ogni giorno ce n’è una. Ieri mattina il ministro dell’Interno Matteo Salvini, viene svegliato di buon’ora, intorno alle 7, dal capo della Polizia Franco Gabrielli per essere messo al corrente su un’operazione in corso contro membri della mafia nigeriana che svolgono la propria attività criminale a Torino. Bene quindi, un colpo a favore della legalità ai danni di un’organizzazione che sembra essere diventata una delle più pericolose e spietate tra quelle che operano in Italia. Salvini, come sua abitudine, comunica, poco prima delle 8 del mattino, con un tweet di soddisfazione in cui si complimenta con la Polizia per il successo dell’operazione anti mafia nigeriana fornendo anche il numero delle persone arrestate. Tutto bene? Sembra di no. Il procuratore capo di Torino, il magistrato Armando Spataro, va su tutte le furie e fa sapere che il ministro Salvini ha resa pubblica una notizia riservatissima, rivelando i dati di un’operazione di Polizia ancora in corso e che addirittura ha rischiato di far saltare parte del blitz. Ed ecco come Spataro regola la vicenda: “Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica, al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso”.
Spataro non si ferma qui e aggiunge fuoco alla polemica conseguente al tweet di Salvini, la cui diffusione, dice il magistrato, è avvenuta: “Mentre l’operazione era ancora in corso, con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa”.
Naturalmente la risposta del ministro Salvini non si fa attendere: “Inaccettabile dire che il ministro dell’interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato. Se il capo della polizia mi scrive alle 7.22, informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell’ordine”. Salvini addebita a Spataro di aver voluto colpirlo con un attacco politico, (Spataro è stato segretario nazionale del Movimento per la Giustizia, corrente di sinistra dell’Associazione Nazionale Magistrati ed è ancora Dirigente Nazionale dell’ANM) e spiega la polemica innescata, con la volontà dello stesso Spataro di entrare in politica.
E’ naturale che in un mondo normale la comunicazione riservata del Capo della Polizia al suo Ministro dell’Interno andrebbe utilizzata con cautela e non resa pubblica, almeno fino a che la Procura ne dia notizia. E’ altrettanto vero che nello stesso mondo normale un Procuratore potrebbe usare la stessa discrezione richiesta al Ministro per comunicare la irritualità e i rischi che un tweet frettoloso e improvvido può causare. D’altronde gli anni che abbiamo lasciato alle spalle ci hanno mostrato continuamente la gestione allegra di notizie riservate da parte di troppe Procure da Torino a Palermo.
* Foto Dire
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