San Basilio, la trasposizione di Gomorra nella Capitale
Un grammo di erba costa 15 Euro, circa 30 una dose di eroina, meno di 20 una dose di coca che nel 2009 ne costava 90…
Chiude su SKY la quarta stagione di Gomorra, la serie che ha spettacolarizzato il crimine nel napoletano, lo spaccio di stupefacenti delle Vele di Secondigliano, ascolti altissimi. All’orizzonte, per gli eroi del male, si profila una quinta serie. Nel frattempo, il quartiere di San Basilio a Roma, trasposizione di Gomorra nella Capitale, sale alle cronache per i frequenti (quanto inefficaci come gli antibiotici contro un raffreddore) blitz delle forze dell’ordine per stoppare il crimine legato al mondo della droga. Numeri pazzeschi, impietosi, a seconda della purezza ovviamente, 1 grammo di erba costa sui 15 Euro, circa 30 una dose di eroina, meno di 20 una di coca che arrivava a 90 nel 2009… Droga e cash fluiscono per le vie del quartiere come lava da un vulcano in costante eruzione. Contro le retate gli spacciatori sono ormai ben organizzati: all’arrivo di polizia o carabinieri gettano le dosi in bracieri ardenti appositamente accesi sul posto (fisso come piace agli Italiani). La prova in flagrante a quel punto va magicamente in fumo, per fortuna la primavera tarda ad arrivare nella citta’ eterna, ma con l’arrivo del caldo torrido romano ci chiediamo come faranno gli spacciatori a giustificare la presenza di questi arnesi: quali Toto’ e Peppino all’arrivo a Milano, d’estate, con pellicce e colbacco.
Panta rei, tutto scorre, tranne la voce roca di un abitante del quartiere, Luigi Pecoraro, uno che non molla e quasi ogni giorno, imperterrito, disperato ma ancora speranzoso, chiama la radio a Roma – dal cuore di San Basilio – per fare appello alla politica, e creare un posto di blocco fisso che faccia da schermo allo scherno di questo ignobile spettacolo di vendita al dettaglio a cielo aperto. Il Ministro degli Interni non lo ascolta, oberato di fatiche e slogan – stordito dai giri sui bimotori volanti della Polizia di Stato, che lo vedono protagonista di scalate o cronometro in giro qua e là per lo stivale, a proteggerci. Egregio Ministro nel testo di Chiara Giannini, quello che è stato escluso nei giorni scorsi dal Salone del Libro a Torino, riporto la citazione che ha scatenato il web: “D’ingiustizie nella vita ne ha subite anche lui, sin da piccolo, quando racconta ironicamente che all’asilo gli rubarono il pupazzetto di Zorro…”
Non potremo installare uomini in divisa in ogni luogo di spaccio contro le vedette che controllano il supermercato della droga romana, ma è tempo di Giro d’Italia, non le suggerisco di travestirsi da Zorro, con spada, maschera e panza, ma vorremmo girarle un appello, allegandolo con fermezza al grido di dolore dell’ascoltatore della radio che di ingiustizie vive quotidianamente come tanti altri cittadini: non ha ancora pensato a Gimondi? Monti sulla bici allora e faccia tappa a San Basilio, da Luigi Pecoraro. In volata verso le elezioni che le stanno tanto a cuore (come le sorti del nostro Paese) vestirebbe quella maglia rosa che ancora le manca tra i suoi fastosi camuffamenti.