Sanità, 12 e 13 aprile nuovo sciopero degli infermieri: previsti disagi
Dalla mezzanotte di stasera e fino alle ore 24 del 13 aprile 2018 avrà luogo sciopero di 48 ore del personale del comparto della sanità pubblica (infermieri e altre figure sanitarie). “Garantiti i servizi essenziali”
Dopo quello del 23 febbraio, la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento della Funzione Pubblica) ha comunicato che le Associazioni Sindacali Nursing Up( Sindacato degli Infermieri italiani) e NurSind (Sindacato delle Professioni infermieristiche) hanno proclamato un nuovo sciopero del personale (infermieri e altre figure) del comparto della sanità pubblica operante nelle Asl, nelle Aziende Ospedaliere e negli Enti del Servizio Sanitario Nazionale.
Una protesta che, stavolta, anziché di 24 sarà di 48 ore, dalle ore 00:00 del 12 aprile (stasera) e fino alle ore 24 del 13 aprile 2018. Ovviamente saranno interessati tutti i turni di servizio facenti parte di tale arco temporale si verificheranno inevitabili disagi per gli utenti del SSN. Anche se, come si legge sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione, “Al fine di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati ai sensi dell’art.1 della legge 12 giugno 1990, n.146, nel corso dello sciopero saranno assicurati, dalle Amministrazioni pubbliche interessate, adeguati livelli di funzionamento dei servizi pubblici essenziali”.
Perché gli infermieri scioperano? In primis “contro il rinnovo del contratto per il comparto sanità. Un’intesa che suona come una presa in giro e che peggiora la condizione dei lavoratori sia sul piano normativo che economico” sottolinea il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega.
Questo, invece, il comunicato di Nursing Up, altro sindacato di categoria:
“Per noi è inaccettabile:
Il perdurare del blocco del trattamento economico del personale del SSN previsto dal DL 78/2010 convertito nella legge 122/2010 e il taglio dei fondi della contrattazione integrativa, perchè non saranno certo 85 euro medi promessi a tutti i lavoratori o i 67 euro che il contratto appena sottoscritto attribuisce agli infermieri in categoria “D” , che consentiranno di colmare il vuoto lasciato da 9 anni di congelamento contrattuale
Il mancato riconoscimento della progressione economica (passaggio di fascia) e di quella verticale (passaggio di categoria) per infermieri, caposala e altri professionisti sanitari del comparto
La mancata valorizzazione dell'anzianità di servizio delle professioni sanitarie non mediche tramite scatti di carriera, il mancato riconoscimento delle ore necessarie all'aggiornamento professionale,
la mancata possibilità di svolgere attività libero professionale
Il permanere della crisi occupazionale infermieristica che vede oltre 25mila infermieri disoccupati
Il sovraccaricare di lavoro il personale infermieristico per via del mancato ricambio generazionale dovuto al blocco del turnover e alle esasperanti condizioni lavorative, logica conseguenza e alle ristrettezze economiche e al drastico contenimento dei costi messi in campo dalle aziende sanitarie.”
Non sono soliti mettere in atto forme di protesta tanto drastiche, gli infermieri. Per tanti motivi. Ma oramai sono letteralmente sfiniti dall’attesa interminabile di un contratto dignitoso e non sono più disposti a aspettare un riconoscimento sociale/economico che sembra non voler arrivare proprio mai. E ciò nonostante le competenze (di fatto, da tanti anni, gli infermieri sono professionisti laureati e iscritti a un Albo), le responsabilità e i salti mortali per tappare i buchi di una sanità che, al di là dei soliti proclami pre-elettorali, sembra essere sempre più allo sbando.