Sanità, con l’estate interi reparti ospedalieri rischiano di chiudere
La nota dei sindacati: si rischia un “default dei servizi alla salute”, urge l’assunzione di personale
“Senza assunzioni, sarà emergenza. Con l’arrivo dell’estate, si rischia la chiusura di interi reparti nelle strutture sanitarie laziali. Tanti in pensione e pochi assunti negli ultimi tre anni: con una diminuzione di personale netta di 2500 unità in tutto il Lazio, di cui 130 al solo San Camillo, dove è in corso l’assemblea dei lavoratori, con le segreterie regionali Fp Cgil e Uil Fpl. Ed è solo uno dei presidi sanitari della Regione dove è reale il rischio default dei servizi alla salute”.
Una nota, questa, che è stata pubblicata dai sindacati Fp Cgil Roma e Lazio e che rende l’idea della situazione drammatica in cui versa la sanità laziale: il personale dipendente è sempre meno numeroso, spremuto fino all’osso a causa delle tanto gravi quanto croniche carenze e, in vista delle sacrosante ferie, molte (troppe) unità operative rischiano il collasso.
“Le poche assunzioni programmate nel 2018 procedono lentamente. Troppo lentamente per impedire che si verifichino le croniche emergenze nel periodo estivo dovute alla carenza di personale, chiedendo sacrifici ai lavoratori in servizio, la cui età media sfiora i 53 anni. Nonostante le 1000 stabilizzazioni e l’annuncio della legge sul ricambio generazionale nel SSR da parte del Presidente Zingaretti e dall’assessore D’Amato, servono tempi più rapidi e un piano assunzionale che riesca a compensare la fuoriuscita di personale. Nei prossimi 5 anni si prevedono almeno 7.500 pensionamenti, che arriveranno a 17.500 in 10 anni: servono almeno 10 mila assunzioni, il doppio di quanto annunciato dalla Regione. In più, le procedure assunzionali previste vanno a rilento per difficoltà burocratiche”.
Eppure ci sarebbe una graduatoria di professionisti pronta all’uso: ben 878 infermieri, ovvero quelli risultati idonei più di un anno fa dopo il “concorsone” al Policlinico Umberto I. Una graduatoria da cui potrebbero attingere tutti gli ospedali della regione, ma che… Sta scorrendo straordinariamente a rilento. Nonostante l’obiettivo dichiarato (ovviamente prima delle elezioni) fosse quello di creare una folta graduatoria per far fronte in fretta alle gravi carenze di organico in tutti i nosocomi del Lazio. Ebbene: ad oggi, sono state chiamate per il contratto a tempo indeterminato solo 53 persone. E anche le categorie protette sono ancora a casa in attesa. Perché? Bella domanda.
Natale di Cola, Segretario Generale della Fp Cgil Roma e Lazio, ha spiegato: “Al problema di prospettiva si aggiungono cavilli burocratici che impediscono di portare a termine le assunzioni previste: in questi mesi si rischia la chiusura del 30% delle attività. Con gli altri sindacati proseguiremo nei prossimi giorni le assemblee nei singoli posti di lavoro, verso gli Stati generali della Sanità, per rilanciare la vertenza sul piano straordinario di assunzioni. Usciti dal commissariamento, è il momento di programmare in tempi rapidi l’inserimento stabile di risorse nel sistema sanitario pubblico, recuperando efficienza e qualità dei servizi alla salute, e di superare immediatamente i cavilli che impediscono di procedere alle assunzioni già autorizzate”.
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