Sanità, in piazza per salvare il San Raffaele di Rocca di Papa dalla chiusura
“Non possiamo considerare posizioni politiche quelle che mettono sul lastrico 160 famiglie di operatori sanitari”
“Venerdì 18 giugno la Fials scenderà in piazza sotto la sede della Regione Lazio per difendere dalla chiusura dei posti letto del San Raffaele di Rocca di Papa, i 160 operatori sanitari.
Residenti di Rocca di Papa privi di assistenza ospedaliera
Manifestiamo per chiedere con forza di riavviare l’accreditamento istituzionale della struttura sanitaria per le necessità dei residenti del Comune di Rocca di Papa rimasti privi di assistenza ospedaliera fin dall’8 luglio 2020″. Così in un comunicato la segreteria provinciale Fials di Roma.
Piano di investimenti per l’occupazione degli operatori
“In questo contesto sanitario emergenziale – spiega la nota – diventa quanto mai necessario e indifferibile che la Regione Lazio si impegni ad avallare un piano di investimenti per l’occupazione degli operatori nella struttura assistenziale. Inoltre la sospensione dell’accreditamento temporaneo dovrebbe essere conclusa soprattutto se nella struttura vengono verificate situazioni ottimali per il riavvio delle prestazioni sanitarie con tanto di verifiche e accertamenti.
160 famiglie di operatori sanitari sul lastrico
Ci risulta infatti che nessuna struttura sanitaria della Regione che ha avuto un numero consistente di contagi e malati ha subito un trattamento di tale natura. Purtroppo non vorremmo che la discrezionalità assieme a eventuali argomentazioni giuridiche pongano l’accento su scelte politiche: non possiamo considerare posizioni politiche quelle che mettono sul lastrico 160 famiglie di operatori sanitari.
Non è questo il momento di chiudere le strutture sanitarie
Una domanda che la nostra organizzazione porterà all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato per ottenerne una risposta chiara e circostanziata. Non è questo il momento di chiudere le strutture sanitarie: siamo ancora in emergenza pandemica oltre al fatto che – conclude la Fials – dovremmo provvedere a rimettere in moto tutte quelle specialità che riguardano prevenzione, screening e diagnosi precoce che in questo anno e mezzo, per via della pandemia da Sars Cov 2 sono state lasciate in secondo piano”. (Comunicati/Dire)