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Sanità inglese, non è così terribile come dicono. Ecco il racconto di un romano che vive e lavora a Londra

di Francesco Di Pisa
Per iniziare: è un pregiudizio pensare che il personale medico negli ospedali non sia inglese, ma parli inglese. Muoversi a Londra è come attraversare il mondo
NHS, il servizio sanitario inglese
NHS, il servizio sanitario inglese

Vivo facendo su e giù nel Regno da molti anni. Sono arrivato qui che era Primo Ministro Tony Blair e il Regno Unito volava alto in ogni statistica. Oggi, con Starmer a Downing Street e dopo molti anni di Governo Conservatore, le cose nella NHS, il Sistema Sanitario Britannico – sono cambiate. Il sistema non è più l’eccellenza di prima, le colpe non ricadono solo sulla politica, le responsabilità sono varie, non basterebbe un articolo a spiegarle tutte.

NHS, il sistema sanitario inglese

Si impiegano sempre più risorse, ma Brexit, il Covid e quant’altro hanno lasciato il segno: eppure il Sistema NHS britannico non è il totale disastro descritto dal corrispondente a Londra del Corriere della Sera che per la sua disavventura personale ha messo in imbarazzo un intero gruppo di professionisti dedicati.

Proviamo a fare chiarezza, senza necessità di dilungarci su comprovate esperienze personali che – dopo anni di residenza nel Regno Unito sono, per quanto la nostra esperienza ci dice – eccellenti.

Per iniziare: è un pregiudizio pensare che il personale medico negli ospedali non sia inglese, ma parli inglese. Chi frequenta la città sa che muoversi a Londra è un po’ come attraversare il mondo. Nazionalità, lingue, religioni, colori diversi. Superficiale ed errato è spiegare che gli ospedali del Regno Unito siano gestiti da “infermieri” piuttosto che da medici. Una certa carenza di personale infermieristico esiste, causa la costosa formazione universitaria, molto personale proviene dall’estero. Ma il personale infermieristico è reclutato comunque dall’estero e possiede qualifiche diverse. Scelto da un organo nazionale indipendente, il General Medical Council (non nominato dalla politica e dai partiti) e viene inserito nei reparti solo dopo una lunga serie di esami.

L’infermiere è poco meno competente di un medico

Il personale infermieristico arriva quasi a possedere le competenze di un medico specialista: il Consultant, potendo persino prescrivere farmaci. Tutti parlano perfettamente inglese, non essere nati necessariamente nel Regno Unito non può essere una colpa. Il Regno Unito, a differenza dell’Italia, sfrutta la propria lingua dai fasti di un lontano Impero: normale che un numero notevole di personale provenga quindi dall’estero. Ricordiamo che in Calabria poco tempo fa – per la carenza di medici – si è dovuto fare ricorso a personale sanitario proveniente da Cuba, tra l’altro, anche in quel caso, tutti ottimamente preparati.

Per quanto concerne poi il vecchio medico di base – non certo il medico condotto dei nostri padri, in Italia un medico della mutua possiede fino a 1500 pazienti. Vogliamo quindi ancora parlare di rapporto privilegiato col paziente? Ricordate il medico della mutua di Alberto Sordi? Un medico di base in Italia scrive ricette e impegnative (lo fa per telefono), le visite a casa sono per lo più a pagamento. E’ un passacarte.

Nel Regno Unito non esiste una tessera sanitaria, ogni residente possiede un numero NHS, con cui viene automaticamente assegnato un medico di base, il General Practitioner, con una sede dove rivolgersi nel caso avesse bisogno. Le attese possono essere lunghe ma prenotarsi ad una visita è semplice: si procede dal sito, si spiegano le propria necessità, i sintomi e si riceve una risposta immediata, e un appuntamento, fisico o telefonico, urgente o meno, a seconda dei casi. Sempre grazie a quel numero NHS, ogni paziente può fare ingresso tramite app ad una piattaforma medica internet dove si accede alla propria pagina personale, trova l’intero proprio background medico – dal primo contatto medico fino all’ultimo.

Tutta la nostra storia medica a disposizione

Tutto viene registrato online: dai sintomi del paziente, visite specialistiche in ospedale e non, esami del sangue, prescrizioni mediche, referti, fino alla farmacia di riferimento dove se necessario troverà i farmaci richiesti e prescritti. Quindi, quando si è ammessi in un Pronto Soccorso o si visita un Walking Center – un centro medico per necessità meno gravi di un Pronto Soccorso, quel numero NHS racconterà la propria storia medica. Tutto computerizzato. Impossibile perdersi – a meno che non si diano informazioni errate.

Infine, è probabile che un Pronto Soccorso di una città metropolitana di dieci milioni di abitanti come Londra – nei periodi di emergenza, non si differenzi da quello di un ospedale San Camillo di Roma. Due anni fa un nostro familiare è rimasto per una notte intera legato ad una barella – alla tenera età di 95 anni, senza flebo al braccio e senz’acqua – fino a quando – nel caos più totale – e dopo circa 24 ore dal suo ingresso, decidemmo di trasportarlo via dal girone infernale dell’astanteria con un’ambulanza privata e farlo assistere in una clinica privata. Il ricovero in reparto sarebbe stato impossibile.

Sanità pubblica e privata

Su questo piuttosto concordiamo, sul fatto che in Italia il (carente) Servizio Sanitario Nazionale possa essere “aggirato” da quello privato – e convenzionato, tramite o non Assicurazione Medica. Ma non è il pubblico in quel caso a curare i propri cittadini, bensì un privato su cui fanno affidamento i cittadini italiani, quando e se riescono a permetterselo. Nel Regno Unito il settore privato è molto più caro e meno accessibile, ma le assicurazioni mediche sono più sviluppate e l’NHS è un sistema totalmente gratuito, non vi sono costi di ticket per nessuna prestazione medica, ecografie, risonanze, analisi del sangue e via dicendo.

Le mancanze nel Regno Unito ci sono, ma l’epoca in cui viviamo è drammatica ovunque, ogni sistema di sanità pubblica nel mondo oggi soffre più o meno di carenze strutturali, è il male dei tempi moderni: mancanze che siamo i primi a denunciare, ma attenzione a fare chiarezza.

Nel frattempo con l’informatizzazione e la burocrazia del Sistema Sanitario Nazionale è probabile che al San Camillo, stiano ancora cercando mio padre.

 

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