Sanità: l’Ospedale a Tivoli riapre e al Goretti di Latina spuntano le blatte
Mentre riapre l’ospedale di Tivoli, al Santa Maria Goretti di Latina un’invasione di blatte crea problemi al personale
Riapre l’Ospedale San Giovanni Evangelista a Tivoli dopo l’incendio dell’8 dicembre dell’anno passato. Mentre al Santa Maria Goretti di Latina una disinfestazione contro l’invasione di blatte crea problemi al personale.
Malasanità, risolto un problema ne sorge un altro
Le fiamme dell’incendio all’Ospedale di Tivoli si svilupparono da un piano interrato dove si trovano gli ambulatori, verso le 22.30 del 9 dicembre 2023, e si estesero al Pronto Soccorso e alla Terapia Intensiva, avvolgendo infine l’intera struttura. C’era tanto fumo e tutto era piombato nel buio, per la corrente elettrica saltata.
L’incendio causò tre morti e 200 pazienti furono evacuati verso altri ospedali di Roma, tra cui anche il Sandro Pertini, così come parte del personale ospedaliero. Le vittime furono Pierina Di Giacomo di 86 anni, Romeo Sanna della stessa età e Virginia Giuseppina Facca di 84. Due delle vittime morirono per intossicazione, una terza a causa di un infarto. Una quarta persona, estratta morta, aveva perso la vita prima del rogo.
Intollerabile che accadano simili incidenti in un Ospedale
Ad annunciare il cronoprogramma della progressiva riapertura del nosocomio della città tiburtina è stato il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Prima apriranno dei reparti il 25 marzo, con l’attivazione del punto di primo intervento, assieme al reparto di dialisi, poi a seguire tutti gli altri.
Assurdo che si vada in ospedale non per trovare la salute ma per morire in un incendio. È una vicenda gravissima, intollerabile, che non si attui una manutenzione e un controllo tale da scongiurare certi incidenti.
L’imponderabile è sempre in agguato ma non deve esistere che, anche quando accada un imprevisto, non vi siano sistemi di sicurezza che scongiurino un dramma come quello che è accaduto. Sistemi antincendio, controlli, porte tagliafuoco, vigilanza interna, tutto deve essere predisposto per scongiurare un dramma come quello accaduto. Un ospedale è un luogo di sofferenza dove le attenzioni dovrebbero essere massime verso i pazienti, la loro incolumità e quella di medici, infermieri e operatori sanitari che vi lavorano. “C’è un dato politico che ben prima dell’incendio abbiamo sottolineato, ha sostenuto il governatore Rocca, c’erano le risorse e non erano state spese per i sistemi antincendio e antisismici“.
Il Governatore Rocca ha annunciato un nuovo nosocomio tiburtino
Il governatore Rocca ha ricordato che la situazione è in divenire, ma che intanto per la riapertura sono già stati stanziati 5 milioni di euro. Senza dimenticare la prospettiva della realizzazione di un Nuovo ospedale tiburtino.
“L’ospedale si farà e auspichiamo di poter andare a gara anche nel prossimo autunno“, ha detto Rocca. “È ovvio che se riuscissimo ad avere quest’anno, prima dell’estate, non solo la progettazione esecutiva ma anche il via libera per lo sblocco dei 200 milioni di euro dal ministero della Salute, e se quel terreno individuato dovesse essere confermato, siamo in condizione di andare a gara già in autunno”.
Se ci fossero problemi su quell’area, per il rischio idrogeologico accertato, sono pronte altre due aree.
Intanto sulle responsabilità del rogo dell’8 dicembre l’inchiesta della magistratura prosegue e se vi fossero “dei rinvii a giudizio” in quel caso la Regione Lazio “si costituirà parte civile“, così ha dichiarato il governatore.
La Asl: i rifiuti, dai quali è partito l’incendio, erano da smaltire
Pare che l’incendio sia partito da rifiuti non ritirati, dunque l’Asl ha avviato il suo iter, In parallelo alla magistratura, per indagare come mai la ditta incaricata della raccolta dei rifiuti non li avesse ritirati nei giorni e nelle ore stabilite.
Il direttore generale della Asl Roma 5 Giorgio Giulio Santonocito, intervenendo in diretta nel corso della trasmissione di Rai 1 Storie Italiane ha spiegato “Le squadre antincendio c’erano. L’impianto era costantemente in manutenzione ed era stato revisionato. È stato detto che gli impianti dei gas medicali non avrebbero funzionato. Abbiamo certezza, invece, che hanno continuato a funzionare grazie ai gruppi di continuità. Le porte tagliafuoco erano state revisionate da poco tempo, altre erano state sostituite, alcune erano in ordinazione, quattro o cinque, e stavano per arrivare. Chi è entrato ci ha detto che le porte sono state trovate funzionanti. Anche qui non significa che tutte abbiano funzionato. Alcune potrebbero essere state ostruite da qualche ostacolo fisico caduto durante l’incendio. Questo potrà essere accertato solo dalle indagini”.
Santa Maria Goretti a Latina: le blatte invadono gli spogliatoi
Un altro caso di malasanità nel Lazio s’è verificato all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. A partire da sabato pomeriggio e fino alle 7 di domenica mattina di questo mese, i locali spogliatoio dell’ospedale sono stati improvvisamente chiusi al personale per procedere ad una disinfestazione da blatte. Gli insetti hanno invaso le stanze del nosocomio pontino dove medici ed infermieri si spogliano degli abiti civili per indossare quelli da lavoro.
Una disinfestazione urgente e improvvisa disposta dalla direzione sanitaria ovviamente ha creato diversi disagi al personale, impossibilitato ad utilizzare i locali spogliatoio e ad accedere ai propri effetti personali.
Di conseguenza, alcuni medici e infermieri sono stati costretti a cambiarsi direttamente nei reparti, mentre altri che dovevano staccare dal proprio turno hanno continuato a lavorare per tutta la notte.
Le blatte, la sporcizia e i provvedimenti mancati
Com’è possibile che si venga presi alla sprovvista da un evento come questo? Si sa tutto delle blatte come dei topi e il fatto che non si adottino provvedimenti adeguati è comunque una responsabilità di chi è addetto all’igiene di una struttura ospedaliera.
Le blatte non amano la luce e quindi è difficile vederle di giorno ma se succede significa che è in atto già una infestazione e ci deve essere un nido da qualche parte. L’habitat ottimale delle blatte sono i luoghi caldi, umidi, poco illuminati e contenenti derrate alimentari di qualsiasi tipo. Le blatte accedono a tutte le stanze aperte ed ai tubi della fognatura o al fondo dei fori e delle fessure che mettono in comunicazione tra l’ambiente interno e l’esterno.
Lo scopo che spinge questi insetti ad avventurarsi nelle nostre case e quindi anche nelle strutture più grandi è principalmente la fame: le blatte sono alla continua ricerca di cibo e non è un caso vi siano più alte probabilità di rintracciarle all’interno della cucina. Senza sottovalutare anche il bagno.
Malattie gravi e reazioni allergiche
Sono insetti ubiquitari e vivono a stretto contatto con l’uomo negli esercizi commerciali, edifici pubblici e privati, nelle cantine, fognature o sui cumuli di immondizie, nei porti, sulle navi ed aerei. Per la loro diffusione le blatte utilizzano imballaggi, biancheria, condutture. Passando facilmente da ambienti inquinati ad ambienti sani, gli scarafaggi sono facili trasmettitori di gravi e non trascurabili malattie. Possono inoltre causare reazioni allergiche nei bambini e negli asmatici, dovute all’inalazione o ingestione dei resti di animali morti e delle feci.
Si sono adattati ai veleni e agli ambienti
Si pensa che le blatte abbiano circa 350 milioni di anni e siano quindi fra le creature più vecchie ancora esistenti sulla terra. La sopravvivenza degli scarafaggi è dovuta principalmente alla rapidità dei loro cicli riproduttivi e alla straordinaria capacità di adattamento a veleni e ambienti. Si pensa che potrebbero addirittura sopravvivere a una contaminazione nucleare che potrebbe spazzare via l’intera umanità.
Occorre l’intervento di una ditta specializzata nello sterminio e sanificazione degli ambienti e un’attenta attività di prevenzione per bloccare e mettere in sicurezza le principali vie di comunicazione con l’esterno. Una cosa che certamente ne facilita la presenza è la sporcizia diffusa e trattandosi di un ospedale questo è doppiamente riprovevole.