Sanità pubblica: serve sempre un Santo in Paradiso per il ricovero in ospedale
Un Santo in Paradiso, quella persona (medico, infermiere o politico) che ti aiuta a ottenere una prestazione in ospedale
In premessa va detto che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) fu il frutto nel 1978 di una stagione di ideali e pesanti attacchi alla democrazia in Italia e fu approvato da un Parlamento compatto, prima firmataria della Legge 833 Tina Anselmi, Ministro della Sanità, con il Presidente Aldo Moro appena ritrovato cadavere qualche giorno prima.
Era un’altra Italia. Cosa ne è stato del SSN, attuativo dell’ art. 32 della Carta Costituzionale dopo oltre 40 anni?
Il federalismo sanitario, un brutto colpo per il Sistema Sanitario pubblico
Ebbene, lo stato di salute del SSN non è certo buono oggi. Infatti, è sotto gli occhi di tutti che l’ accesso alle prestazioni del SSN (visite, esami, ricoveri, riabilitazione) non è certo facile, né omogeneo in tutta Italia.
Un colpo davvero forte lo dette nel 2001 il cd “federalismo sanitario” dell’Italia a 20 velocità differenti, dove la gran parte della gestione della salute fu devoluta alle Regioni e alle Province Autonome mediante la riforma costituzionale e il relativo referendum confermativo.
Oggi ci vuole un Santo Protettore per fare un check up
Oggi, specie nei centri metropolitani di maggiori dimensioni dove il caos la fa da padrone molte volte, se ti ammali seriamente, può essere necessario ricorrere a veri e propri “Santi Protettori” o “Santi in Paradiso” cioè a persone (in genere professionisti sanitari) che ti consigliano, ti indirizzano, ti aiutano nell’ ottenere questa o quella prestazione, ti dissuadono dallo stare in reparto o quel reparto considerato più o meno “salubre” quoad vitam e quoad valetudinem per la presenza di minori professionalità.
Questa è una esperienza, che unitamente alla illegale richiesta di denaro per prestazioni pubbliche SSN che è tipica delle Nazioni del Sud Europa e dell’ Est Europeo, ci mette di fronte al vero nocciolo del problema.
Di fronte alla trentennale ritirata degli investimenti statali in istruzione, formazione, infrastrutture ed innovazione tecnologiche il Cittadino alle prese con problemi e malattie gravi, molte volte non può fare altro che ricorrere agli “amici degli amici” ed a quelli che io chiamo i “Santi in Paradiso” cioè ai professionisti sanitari che lo guidano, lo aiutano, lo presentano a quelli che poi gli potranno ragionevolmente risolvere il problema.
La sanità è un diritto e non un’intercessione
In realtà questo rappresenta un canale non ufficiale per facilitare le prestazioni sanitarie a cui tutti noi abbiamo assoluto diritto senza se e senza ma, un modo per fare diventare condizionale e di favore ciò che invece rappresenta un DIRITTO, non solo per chi paga le tasse ma addirittura per chi calca il territorio nazionale (art. 32 Costituzione).
Il Santo in Paradiso, generalmente un medico esperto e bene introdotto, consiglia, accompagna, intercede ed in generale fa un opera gratuita ed assolutamente disinteressata in favore del paziente, il cui esito può essere a volte decisivo per la salute e la vita stessa del paziente che lo sa spesso molto bene. Infatti, solo i medici conoscono bene i loro pari e solo i medici, a prescindere dalla ricchezza e del censo sociale del paziente (leggasi assicurazioni sanitarie), sanno come orientarsi nella babele attuale di professionalità pubbliche e private che caratterizza il nostro Sistema Salute.
Malasanità: sintomo di una malattia degenerativa
Questo fenomeno è tipico dei periodi di Basso Impero di una società, in genere accompagna da vicino e spesso precede la trasformazione del Sistema verso qualcosa di altro (privatizzazione assicurativa o cooperativa?), rappresenta un pesante indice di malattia del Sistema che è diventato anarchico e che è sottoposto alle sollecitazioni di questo o quel personaggio ed alle guide di questo o quel medico.
Di sicuro il fenomeno di quelli che io chiamo “Santi in Paradiso” è a mio giudizio discretamente diffuso in Italia, almeno nelle grandi realtà metropolitane e nel Centro Sud e potrebbe a mio giudizio essere direttamente normato per esempio mediante la istituzione apposita di un Ufficio ad hoc in ogni grande Ospedale dove raccogliere le segnalazioni di richieste di aiuto dei pazienti per situazioni di maggiore gravità: a volte il paziente o i suoi parenti chiedono solo di essere informati o rassicurati sulla sorte del loro malato e chiedono che sia posto un occhio di riguardo e di maggiore attenzione alla sua cura e guarigione.
Anche perché tutte le campagne mediatiche sulla cd “malasanità” degli ultimi anni hanno ingenerato nella gente la convinzione – spesso sbagliata – di una sanità italiano gestita male o peggio. Cui prodest?
Il fenomeno dei “Santi in Paradiso” lo ripeto è un indice, un segno di una malattia del sistema e non va trascurato: socialmente andrebbe indagato approfonditamente e quantificato anche per rispondere meglio ai bisogni del Cittadino in tema di salute complessiva.