Savona, Operatrice sanitaria rifiutata dai pazienti perché di colore

“Molti pazienti si rifiutano di essere puliti o aiutati da lei perché è nera. Le chiedono di chiamare l’infermiera”

Un post affidato ai social network, per sfogarsi. Per denunciare quel degrado culturale, subdolo e silenziosamente pericoloso, che sembra espandersi a macchia d’olio nella nostra società. Per farsi e far fare delle domande ai lettori. Ma soprattutto… Per difendere la propria madre, operatrice socio sanitaria 56enne, originaria della Tanzania, che purtroppo ancora oggi è costretta a subire delle reiterate forme di razzismo sul posto di lavoro. Ma non da parte dei colleghi o del datore di lavoro, bensì… dai pazienti che si ritrova ad aiutare.

Lo sfogo è stato inserito su Facebook dalla cantante Chantal Saroldi, 26 anni (corista con Gabbani a Eurovision 2017): “Cena. Mia madre parla del lavoro. Mi racconta dei pazienti che in ospedale suonano il campanello per l'assistenza. Lei è una OSS. Quando si presenta molti pazienti si rifiutano di essere puliti o aiutati da lei perché è nera. Le chiedono di chiamare l'infermiera.

La insultano come se lei non fosse un essere umano. Come se la loro bianchezza in qualche modo li rendesse migliori. Io mi incazzo. Mi incazzo tanto. Ancora? Nel 2018? Che se poi parli di razzismo, ti dicono che esageri. Senti dire "Io non sono razzista, ma…". Ti senti dire che il problema dell'immigrazione non c'entra col razzismo. No, certo. Pensate proprio che siamo fessi.

Lei è educata e non dice nulla. Perché la gente buona non fa casino, non fa rumore. Si limita a lavorare. Ma ecco. Giusto perché si sappia che non ci inventiamo cose. Che è un clima che si respira. Buona serata.” È davvero triste pensare che ci siano, ancora oggi, persone che guardano al colore della pelle di un individuo, mentre questo le sta aiutando… O che, ancora peggio, rifiutano il suo aiuto perché è nero.

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