Scade il termine per la Rai di rompere le scatole ai contribuenti

Il 28 febbraio è l’ultimo giorno per pagare l’abbonamento. Finalmente potremo guardare anche i programmi

IL GIORNO DEL GIUDIZIO Il 28 febbraio è finalmente arrivato. L'ulimo giorno, vi domanderete, per pagare l'abbonamento Rai? No l'ultimo giorno di tortura mediatica prima del meritato riposo. Già perché da tre mesi circa a questa parte, all'interno di ogni santo telegiornale e di ogni santa fascia pubblicitaria, è andato in scena il solito invito, con tanto di minaccia sanzionatoria nenche troppo velata.

ALTRO CHE CANONE… E' UNA TASSA DI POSSESSO Come a dire o pagate per vedere la Rai o… pagate. In effetti le cose stanno esattamente così. Il canone per guadare la Rai, che lo ricordiamo dovrebbe essere una televisione pubblica e di servizio, altro non è in realtà che una vera e propria tassa di possesso che grava su chiunque detenga un apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo. Quindi, tanto per intenderci, lo si dovrebbe pagare anche possedendo semplicemente un personal computer o un masterizzatore di Dvd.

IL CANONE COME IL BOLLO Una tassa di possesso insomma più o meno equibarabile al bollo della macchina. Con la differenza sostanziale, tuttavia, che per pagare il bollo nessuno di rompe le scatole per almeno tre mesi l'anno. Non dunque un canone equiparabile a quello di una televisione privata come Sky o Mediaset Premium. Se voglio un servizio lo pago altrimenti continuo a guaradare tranquillamente altri programmi sulla mia tv. Nel caso della Rai la differenza è drastica ed il ricatto è in agguato: "O paghi il canone oppure devi campare senza Tv, computer, masterizzatore Dvd, videotelefono. In buona sostanza una sorta di eremita o di hippy anni sessanta.

Facciamo un patto con Mamma Rai. Il canone lo paghiamo ma almeno non rompeteci più le scatole.

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