La vertenza della Schneider reatina sbarca a Palazzo Chigi con una lettera firmata dalla Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio e al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi in cui si chiede un incontro per discutere del futuro della sede reatina della multinazionale Francese.
Nella lettera, firmata dai segretari nazionali dei tre sindacati Maurizio Landini, Rocco Palombella e Giuseppe Farina, si legge: <<Egregi Presidente del Consiglio, Sottosegretario alla Presidenza, Ministro della Sviluppo Economico, – la multinazionale Schneider Electric ha da tempo annunciato la chiusura dello stabilimento di Rieti, a seguito di una ristrutturazione che ha visto sulla stessa linea di prodotto, forti investimenti in Bulgaria e in Francia. Particolare sorpresa ha destato questa decisione in considerazione del fatto che per anni, fino all'annuncio della chiusura, le performance sia di carattere economico che di qualità del prodotto, sono state ai massimi a livello mondiale della Schneider. Tempi di consegna, qualità, produttività sono gli elementi che hanno per anni garantito all'azienda fortissima competitività da uno stabilimento altamente automatizzato, con personale di altissimo livello. Evidentemente la decisione della multinazionale francese è di carattere politico, visto che si decide di investire in realtà produttive meno performanti e competitive o addirittura neanche misurate, come nel caso dello stabilimento francese (nei report mondiali derivanti dal sistema interno alla multinazionale, guarda caso il sito di Ales non viene "censito"). La vertenza è attualmente in una fase di stallo, dopo l'accordo in sede istituzionale, molti lavoratori stanno optando per la collocazione in altre realtà italiane ed europee del Gruppo Schneider, con la conseguente perdita di professionalità e competenze che ne deriva. Riteniamo questa vertenza decisiva e simbolica in quanto, con le iniziative intrapresa dalla Schneider, si rischia di dire che neanche più il merito, i costi e le capacità contano, un messaggio devastante per quei lavoratori e, in generale, per tutto il Paese. Conoscendo la Vostra sensibilità e attenzione ad un tema cosi delicato, Vi chiediamo un incontro nel merito, per affrontare il problema e valutare, con il Vostro importante contributo, iniziative di reindustrializzazione, sulla base della tipologia di stabilimento, le caratteristiche dei lavoratori e iI tessuto industriale italiano, nello stesso ambito. L'iniziativa è importante per un territorio già devastato dalle molte aziende chiuse e dal messaggio devastante che potrebbe derivare da una chiusura cosi «irrazionale», rispetto ai criteri dettati da quello che si definisce impropriamente "mercato">>.
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