Scoperto a Frosinone il sistema illecito per la permanenza di cittadini stranieri in Italia

Gli immigrati ottenevano la cittadinanza italiana “iure sanguinis”, basato sulla presunta discendenza da antenati italiani, spesso inesistenti

Polizia, Carabinieri, Frosinone

Un sistema ben oliato, che per anni ha permesso a tanti cittadini stranieri di ottenere la cittadinanza italiana in modo fraudolento, è stato smantellato grazie a un’indagine meticolosa condotta dalla Squadra mobile di Frosinone. Il caso ha portato alla denuncia di un ufficiale di stato civile e d’anagrafe operante nei Comuni di Torrice e Boville, insieme al titolare di un’agenzia di intermediazione internazionale. Questi individui sono accusati di aver favorito l’acquisizione illecita della cittadinanza italiana per cittadini brasiliani, dietro il pagamento di ingenti somme di denaro.

Il sistema illecito

Il meccanismo truffaldino era semplice ma efficace: in cambio di una cifra variabile tra i 4.000 e i 6.000 euro, le pratiche di cittadinanza venivano approvate anche in assenza della necessaria documentazione. Gli immigrati ottenevano così il riconoscimento della cittadinanza italiana “iure sanguinis”, basato sulla presunta discendenza da antenati italiani, spesso inesistenti. Questo escamotage, avviato nel 2017, ha permesso di agevolare l’ingresso e la permanenza illegale di numerosi cittadini brasiliani sul territorio italiano.

Cittadinanza italiana illecita, affari per 700 mila euro

Le indagini, coordinate dalla Procura di Frosinone e avviate su segnalazione del consolato generale d’Italia a Londra, hanno permesso di scoprire un giro d’affari di circa 700.000 euro. Il consolato aveva notato un incremento sospetto di neo cittadini italiani provenienti dalla Ciociaria, fatto che ha insospettito le autorità e dato il via all’indagine. La polizia, sotto la direzione di Flavio Genovesi, ha lavorato in segreto per mesi, svelando come per ogni pratica sospetta gli immigrati versassero cifre considerevoli per bypassare le verifiche documentali.

Le accuse

Gli indagati sono ora accusati di una serie di reati gravi: favoreggiamento della permanenza clandestina in Italia, violazione delle leggi sulla cittadinanza, falsità ideologica, omissione e abuso d’atti d’ufficio. Le indagini hanno inoltre rivelato un danno erariale pari a 51.000 euro dovuto al mancato incasso dei diritti consolari.

Il caso solleva interrogativi importanti sul controllo e la trasparenza delle procedure di rilascio della cittadinanza italiana. La facilità con cui è stato possibile aggirare le leggi mette in luce le falle del sistema e la necessità di una vigilanza più rigorosa per prevenire abusi simili in futuro. Il danno economico e la compromissione della fiducia nelle istituzioni sono tra le conseguenze più immediate di questa vicenda.

L’inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Frosinone conferma che ci sia ancora molto da fare per garantire che simili episodi non si ripetano in futuro.