Nonostante non ci siano ancora comunicati ufficiali, in questi giorni su alcune testate si è diffusa la notizia secondo la quale la Ciociaria sarebbe una delle località papabili per ospitare un deposito di scorie nucleari. Addirittura c’è anche chi ha redatto una sorta di “griglia”, in base alla quale la Ciociaria sarebbe la prima scelta, seguita dalle miniere dismesse del Sulcis e Scanzano Jonico in Basilicata.
E’ la società Sogin che si occupa dello smaltimento delle scorie e che ha preparato la mappa con le località individuate da consegnare al governo, le quali saranno rese note a fine maggio, “casualmente” dopo la tornata elettorale delle amministrative. Intorno a settembre-ottobre, invece, dovrebbe essere individuato il sito che accoglierà le scorie nucleari, al termine dei colloqui delle autorità con le rappresentanze dei territori precedentemente individuati.
In ogni caso, consapevoli delle voci che si stanno diffondendo, il Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente hanno diffuso una nota nella quale si precisa che “non è stata scelta ancora alcuna area per il deposito delle scorie nucleari. La procedura per definire il luogo che dovrà ospitarlo segue fin dal suo avvio un iter trasparente e aperto al massimo coinvolgimento di cittadini e istituzioni locali. In questo momento sono in corso le valutazioni tecniche dei ministeri competenti, Ambiente e Sviluppo, sulla Carta nazionale (Cnapi) redatta da Sogin che individua le aree potenzialmente idonee, nell’ordine di alcune decine dislocate in varie regioni italiane, seguendo i criteri dettati dalle linee guida dell’Ispra, che agisce quale Autorità per la sicurezza nucleare nazionale. Il testo verrà trasmesso nuovamente a Sogin, che lo renderà pubblico nel tempo necessario ad adeguarlo alle prescrizioni dei dicasteri”.
Successivamente “seguirà una fase di consultazione pubblica della durata di quattro mesi – prosegue il comunicato – cui prenderanno parte le regioni e gli enti locali interessati, i rappresentanti dei cittadini e la comunità scientifica. Per settembre-ottobre di quest’anno è previsto il Seminario nazionale indetto da Sogin e la conseguente redazione della Carta delle aree idonee (Cnai), in cui è individuata una rosa ristretta di realtà locali tra quelle che, rispondendo ai criteri tecnici previsti, avranno proposto la loro candidatura”.
“Il testo – chiariscono i ministeri – verrà trasmesso entro i successivi novanta giorni al ministero dello Sviluppo per l’approvazione finale dell’area di destinazione dei rifiuti nucleari, che avverrà di concerto con il ministero dell’Ambiente e acquisito il parere dell’Ispra”. Viene altresì specificato che in caso di mancanza di consenso sul luogo da individuare verrà istituito un comitato interministeriale che “nel rispetto delle osservazioni tecniche e del confronto con le realtà territoriali, sarà chiamato a individuare la zona idonea”.
Alla luce di queste considerazioni, i due ministeri sottolineano che “non può esistere allo stato attuale alcuna decisione presa in merito al comune in cui sorgerà il deposito nazionale di scorie nucleari: c’è piuttosto un percorso con tempi e responsabilità certe che ha come presupposto irrinunciabile la piena partecipazione delle comunità locali nell’individuazione del sito”. Di sicuro, visto che i nomi sono cominciati a circolare, le rassicurazioni non smorzeranno certo le polemiche e sarà molto difficile che i residenti della zona prescelta accetteranno la decisione.
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