"Continuiamo con la nostra campagna di disdetta militante dai sindacati della scuola. I sindacati devono ripensare al ruolo politico oltre che affrontare una vera questione morale. Devono affrontare enormi cambiamenti per quanto riguarda la rappresentanza, la trasparenza e la democrazia interna." È Libero Tassella (responsabile dell'Associazione Professione Insegnante), a rivolgersi così a quasi 100.000 insegnanti: "Quanto avevamo previsto si sta purtroppo realizzando nelle scuole della Repubblica, un insegnamento non più libero ma coatto, una didattica di Stato ormai standardizzata imposta dall'alto attraverso il super dirigente con la complicità di collegi dei docenti ormai resi inermi e formati da docenti sempre sotto ricatto e sotto osservazione. Ecco allora che le scuole uno dietro l'altra si piegano ai curricula per competenze, alle prove per classi parallele, alle prove di realtà. La professione viene mortificata e i docenti come sempre tacciono e lamentandosi acconsentono. Ribellatevi nei collegi e diventate contrastivi".
Nelle assemblee sindacali di questi giorni cosa risulta succedere?
"Oggi gli iscritti nei sindacati sono dei numeri che non contano nulla. Oggi tra docenti e Ata siamo sindacalizzati al massimo: siamo iscritti al 60% e la categoria non ha alcun peso contrattuale. Questo é un fatto. Tante chiacchiere inutili i sindacati rappresentativi raccontano nelle loro assemblee.
Un sindacato che firma un contratto di 85 euro per compiacere il governo e che irride alla nostra petizione o che prolama microscioperi solo per dimostrare che esiste, mentre un loro attempato leader ci riempie di contimelie, non merita affatto il nostro sostegno economico mensile per tredici mentalità, tredicesima compresa". Chiedono dunque con voce unica, di fare le disdette ai sindacati a tutto il comparto scuola sindacalizzato e sono già arrivati in poche settimane a oltre 78.000 firme nella petizione insegnanti e continua: "Vogliamo davvero arrivare a 100 mila per regalare un Natale già più sostanzioso in uno stipendio che piange".
Parla Salvo Amato, fondatore del gruppo Professione Insegnante: "Tutto è motivato. Lo stipendio fermo al 2009, scatti bloccati e problemi fondati di salute sono già troppi tutti insieme da reggere. È risibile che si accetti passivamente una briciola come 85 euro. Siamo 97.000 mila docenti che stanno dicendo basta, siamo quasi 79.000 a firmare la petizione. Siamo ancora nel silenzio della grande stampa. Evidentemente non dobbiamo difenderci o farci sentire da una politica che non ha più i cittadini da rappresentare, ha colori sgualciti e sbiaditi e si rincorre a suon di rumori che stimpano". La sorpresa è che c'è il nuovo. La realtà oggi, non si regge da tempo di vecchi colpi sferzati a forza di "buu" di fantasmi che non fanno più paura, Halloween dovrebbe far riflettere. E i soldi comprano un attimo: uno "scarta la carta" per il compleanno di nessuno. Insegnanti, ata, scuola tutta, Salvo Amato e migliaia di docenti invitano: "Per l'orgoglio del vostro e dei vostri figli vi invitamo a firmare e condividere la vera nostra petizione"
Gli insegnanti uniti per il riconoscimento economico della professione
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