Il nuovo anno scolastico 2024-2025 sta per iniziare, ma per i 714 mila studenti di Roma e del Lazio il ritorno in aula, previsto per il 16 settembre, si preannuncia più complicato del solito. Mentre si avvicina l’apertura delle scuole, si fanno sempre più evidenti le criticità che affliggono il sistema educativo della regione. Dalla grave carenza di insegnanti alle problematiche infrastrutturali, passando per questioni irrisolte legate alle assunzioni del personale docente, il quadro che emerge è tutt’altro che rassicurante. Le difficoltà che studenti, insegnanti e famiglie dovranno affrontare sono molteplici, e l’interrogazione della consigliera regionale del PD Eleonora Mattia ha ulteriormente messo in luce uno dei nodi cruciali da sciogliere.
Il problema più urgente riguarda senza dubbio la carenza di insegnanti. Secondo le stime, mancano 6.300 docenti in tutta la regione, con la Capitale che registra le maggiori difficoltà, con un deficit di 3.708 insegnanti. Di questi, 172 sono nella scuola dell’infanzia, 753 nella primaria, 943 nella secondaria di primo grado e 1.840 nella secondaria di secondo grado. La situazione è particolarmente critica per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, con una carenza complessiva di 1.292 unità solo a Roma e provincia.
Rimane forte l’incertezza sulla copertura delle cattedre, con il rischio che molti studenti si trovino ad affrontare un inizio d’anno scolastico con insegnanti non assegnati o supplenze improvvisate.
A complicare ulteriormente la situazione c’è il nodo delle assunzioni del personale docente, bloccato da una serie di problematiche burocratiche e amministrative. Eleonora Mattia, consigliera regionale del PD, ha portato la questione all’attenzione del Consiglio regionale, chiedendo spiegazioni all’assessore alla Scuola Giuseppe Schiboni. In particolare, Mattia ha sollevato il tema del “congelamento” delle assunzioni degli idonei al concorso bandito nel 2020. Nonostante la necessità urgente di coprire le cattedre vacanti, le assunzioni di molti docenti che hanno superato il concorso non sono ancora state completate, lasciando centinaia di insegnanti in attesa e le scuole senza personale.
Questo stallo burocratico è emblematico delle difficoltà che il sistema scolastico italiano si trova ad affrontare quando si tratta di mettere in pratica le politiche di reclutamento. Il concorso del 2020 avrebbe dovuto rappresentare una risposta efficace alla cronica mancanza di insegnanti, ma il ritardo nelle assunzioni sta generando frustrazione tra i docenti e ulteriori problemi organizzativi per le scuole.
Oltre alla carenza di insegnanti, un altro problema rilevante è la mancanza di dirigenti scolastici. Nel Lazio, ci sono attualmente 40 scuole senza preside, un numero che potrebbe salire a 65 se i ricorsi pendenti relativi al concorso del 2017 non verranno risolti in tempi brevi. La situazione è critica perché le scuole senza preside rischiano di perdere il punto di riferimento essenziale per la gestione quotidiana e per l’attuazione delle strategie didattiche e organizzative.
Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP) per Roma e Lazio, ha espresso preoccupazione per queste scuole, che saranno affidate temporaneamente in “reggenza” a presidi già in carica in altri istituti. Questa soluzione provvisoria, sebbene necessaria, rischia di sovraccaricare i dirigenti e di compromettere la qualità della gestione scolastica.
Particolarmente urgente è il problema della carenza di docenti nelle materie scientifiche, in particolare matematica, fisica e chimica. Questa difficoltà è ormai diventata strutturale e riguarda soprattutto le scuole superiori, dove trovare insegnanti qualificati in queste discipline è sempre più difficile. La carenza di docenti nelle materie scientifiche rischia di avere ripercussioni significative sulla formazione degli studenti, in un momento in cui le competenze scientifiche e tecnologiche sono fondamentali per il futuro.
Rusconi ha sottolineato come, nonostante l’aumento dei concorsi per docenti negli ultimi anni, il processo di assegnazione delle cattedre rimanga lungo e complesso. Anche se l’obiettivo è quello di avere tutti i docenti in cattedra entro la fine di settembre, in molti casi questo traguardo potrebbe essere raggiunto solo mesi dopo l’inizio delle lezioni, lasciando gli studenti senza una guida stabile proprio in materie chiave per il loro percorso formativo.
Sul fronte dell’edilizia scolastica, la situazione rimane preoccupante. Nonostante i 130 milioni di euro spesi per la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria di 135 istituti a Roma e 40 nel resto del Lazio, i lavori completati entro settembre rappresentano solo il 54% delle opere previste. Daniele Parrucci, delegato all’edilizia scolastica della Città metropolitana di Roma, ha sottolineato che per affrontare tutte le necessità sarebbero stati necessari almeno 300 milioni di euro. Di conseguenza, circa 70 scuole riapriranno a settembre senza aver ricevuto gli interventi di cui avrebbero avuto bisogno, costringendo studenti e personale a fare i conti con edifici in condizioni precarie.
Il nuovo anno scolastico 2024-2025 inizia sotto il segno dell’incertezza per i 714 mila studenti di Roma e del Lazio. Le numerose criticità emerse, dalla carenza di insegnanti alla mancanza di presidi, dalle difficoltà nel reclutamento dei docenti di materie scientifiche alle problematiche legate all’edilizia scolastica, richiedono interventi rapidi e decisi da parte delle istituzioni.
L’interrogazione di Eleonora Mattia in Consiglio regionale ha portato alla luce uno dei nodi più critici, quello del congelamento delle assunzioni dei docenti idonei al concorso del 2020, evidenziando l’urgenza di sbloccare la situazione per garantire un avvio dell’anno scolastico il più regolare possibile. Allo stesso tempo, sarà fondamentale continuare a monitorare e risolvere le altre problematiche che affliggono il sistema educativo regionale.
L’educazione è un pilastro fondamentale della società, e garantire un sistema scolastico efficiente e ben funzionante è essenziale per il futuro dei giovani. Le sfide sono molte, ma con un impegno condiviso tra istituzioni, docenti e famiglie, è possibile trasformare queste difficoltà in opportunità di miglioramento, offrendo agli studenti del Lazio un anno scolastico all’altezza delle loro aspettative e delle loro potenzialità.
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