Scuola, Valditara: “Tutor in classe per studenti difficili, verrà pagato di più”
Questa figura tornerà in aula con ogni gruppo di classe e lavorerà in team con gli altri insegnanti
Scuola, “Verrà introdotta la figura del docente tutor per ogni gruppo classe, il docente che dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più, e che dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche di quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare“.
Lo afferma il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in un’intervista al ‘Messaggero’, aggiungendo che la figura del tutor entrerà in vigore “dal prossimo anno scolastico, nel contempo avvieremo gradualmente una formazione specifica”.
Scuola: tutor, abbandono scolastico e orientamento
L’altro passo è “l’orientamento, che deve dare consigli ai giovani e alle famiglie sulle scelte più opportune sulla prosecuzione degli studi. Occorre cioè da una parte che la scuola sappia individuare le potenzialità dello studente, dall’altra è necessario recuperare informazioni dai territori per conoscere le concrete prospettive formative e occupazionali. La scuola deve far emergere le attitudini dei ragazzi, come l’arte socratica della maieutica”. “La grande sfida è combattere la dispersione scolastica” aggiunge Valditara.
“I dati sono impressionanti: in Italia il 13,2% dei ragazzi tra 15 e 19 anni non studia e non lavora. Per fare degli esempi, in Romania la percentuale è del 12,1%, in Germania del 5%, in Portogallo del 2,6%, in Svezia del 2,5%”. “Portare questo dato sotto al dieci per cento entro qualche anno sarebbe un buon punto di partenza”, prosegue.
Ribadito il divieto di cellulari in classe
Sulla questione del ‘valzer’ dei presidi Valditara sottolinea che “non ci può essere disparità tra la durata massima degli incarichi. E credo che sei anni siano pochi per avere una continuità gestionale”.
Sul divieto di usare cellulari durante le lezioni il ministro osserva: “Non è, come qualcuno ha detto, un provvedimento contro la modernità. Nella circolare si fa esplicito riferimento alla cittadinanza digitale. E’ una forma di rispetto verso i docenti e i compagni. È l’uso improprio che ho ribadito essere vietato, dopo anni di trascuratezza, non certo quello a scopo didattico“.