Se a cullare non sono più le mamme

Negli ultimi giorni fa il giro dei quotidiani la notizia di un’invenzione che risolverà le notti insonni dei genitori

Negli ultimi giorni sta facendo il giro dei quotidiani la notizia di un’invenzione che risolverà le notti insonni dei genitori, che sarà in grado di calmare il pianto di un bimbo in men che non si dica. Tale notizia fa riferimento ad una culla creata dal pediatra Harvey Karp e progettata dagli ingegneri del MIT Media Lab del Massachusetts, 'Snoo' è stata definita la culla più intelligente e sicura del mondo, “un robot in grado di prendersi cura dei vostri bambino”.
 
Ho letto i diversi articoli che descrivono con enfasi e stupore tale invenzione, ho osservato approfonditamente le foto, ho messo da parte alcuni degli aggettivi utilizzati per descriverla: rivoluzionaria, super tecnologica, elegante e innovativa. Per deformazione professionale tendo a formulare giudizi con estrema calma, cerco di osservare l’insieme dei fattori che compongono un fenomeno e poi tento, quando possibile, di prendere una posizione rispetto alle cose che possa consentirmi di entrare in empatia anche con realtà anche molto lontane da me. Questa volta non ci sono riuscita, questa volta proprio grazie  all’osservazione e alla riflessione sui numerosi elementi che hanno spinto alla creazione di questa “bella e elegante culla”, rimango basita dinnanzi al successo che probabilmente avrà. Tante invenzioni ci hanno facilitato la vita, tante idee strepitose ci hanno consentito di essere ovunque nel mondo nello stesso momento, connessi, rapidi, veloci, efficaci ed efficienti, altre invenzioni ci hanno permesso di partorire senza dover soffrire terribilmente, altre ancora di arrivare sulla luna e poi in fondo agli oceani. Ma quando parliamo di relazioni umane, quando parliamo delle cure di un genitore verso il proprio figlio, non vi è idea rivoluzionaria che tenga e che possa sostituire tali mansioni. 
 
“Il 29% dei genitori non ricorda l’ultima volta in cui ha dormito per 8 ore”. Così recita uno dei post pubblicitari lanciati sul profilo Instagram HappiestBaby, con il rincuorante hashtag #helpiscoming. Un genitore non ricorda l’ultima volta che ha dormito per 8 ore perché un bambino ha il sonno frammentato fino ai 3 anni, perché un bambino quando si sveglia la notte, se piccolo, necessita di esser nutrito, cambiato o accudito e se più grande accolto e consolato dopo un incubo o per la paura del buio. Un genitore non ricorda di aver dormito una notte intera perché ogni genitore, in tutta la storia dell’umanità, si è preso cura del proprio piccolo proteggendolo e accudendolo affrontando l’immensa fatica che tutto questo comporta. Cosa significa essere genitore se non prendersi cura dei figli, allevarli educarli e consentirgli di crescere liberi di scegliere la propria strada?
 
Un genitore arriva quasi sempre impreparato alla nascita di un figlio, si può aver ascoltato di tutto in merito ma ritrovarsi dentro all’esperienza è tutt’altra cosa e davvero è faticoso, davvero è complesso, davvero ci si può ritrovare disperati e affranti credendo di non aver più forze ma questo è ciò che ogni genitore vive ed è l’atto d’amore e la dedizione verso l’accudimento che consente ai nostri figli di crescere sicuri perché sanno che saran cullati nelle nostre braccia ogni volta che ne sentiranno il bisogno. Le ricerche di Bowlby, uno dei maggiori esperti della relazione di attaccamento madre- bambino, hanno dimostrato come ogni esperienza di separazione dalla madre, o anche di semplice minaccia di separazione, determinano nel bambino una reazione di protesta ansiosa e una riduzione del comportamento di esplorazione nel corso del suo sviluppo. 
 
E allora come si può anche solo ipotizzare un robot al posto delle coccole di una genitore? Magari qualcuno la comprerà pensando: “Ma la uso proprio quando son distrutto e non riesco proprio a svegliarmi mentre piange la notte”. E così farà la prima sera, lascerà il piccolo nella culla, poi la sera dopo, così magari riposa ancora meglio e poi ancora, visto che funziona! E così le braccia delle nostre mamme, che ci hanno avvolto lungo il corso della nostra infanzia, il loro calore, le loro preziosissime ninne nanne, i loro seni caldi, le loro coccole, le loro lacrime di fatica, saranno sostituite da una culla, un’imbracatura, un dondolare sterile, un robot del costo di oltre 1000 dollari che mette in discussione il valore che possiedono quei primi faticosissimi anni in cui un genitore si scopre nel suo ruolo, affronta le difficoltà, trova le sue soluzioni, impara a conoscere profondamente il proprio piccolo e i suoi bisogni, impara a entrare in relazione con lui come solo può accadere tra un bambino e i suoi genitori. 
Oplà famiglie, è durissima affrontare le numerose notti insonni, ma i vostri figli vi restituiranno in serenità e benessere la vostra costante e coerente vicinanza. A presto!
 
Valeria Colangelo

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