"Il Pd mi ha aiutato moltissimo dal momento in cui e' stato eletto Guglielmo Epifani. Prima c'e' stata invece una situazione di attesa, diciamo di non operatività, alimentata dal combinato disposto delle dimissioni del segretario nazionale e da quelle, quasi contestuali, del segretario cittadino". A dirlo Ignazio Marino, al ballottaggio nelle comunali di Roma, in un'intervista a Repubblica. "Adesso la cosa piu' importante e' non rilassarsi. Il Campidoglio e i Municipi sono ancora da conquistare con il voto. Si può liberare Roma solo se ognuno fa la sua parte", osserva Marino.
Con gli elettori di M5S e di Alfio Marchini "è possibile fare un patto su quei temi che sono loro quanto miei: la riduzione dei costi della politica, la democrazia partecipata, il rigore nella gestione del bilancio". Il candidato sindaco, inoltre, si rivolgerà agli "elettori delusi e disgustati del centrodestra, quelli che non si sono mai riconosciuti nelle assunzioni per chiamata diretta all'Atac, quelli che credono come me nel merito".
Tra le proposte in campo, "Comune e Regione possono lavorare insieme per utilizzare un bando europeo che darà lavoro e reddito di cittadinanza a 10 mila giovani tra i 18 e i 29 anni. E' quello che faremo io e Zingaretti, presidente della Regione'', spiega Marino, che rigetta le accuse di estremismo: "mi occupo dei senza casa, dei disabili, degli aiuti alle giovani coppie. Sono i temi di Sant'Egidio. Non capisco perché, se ne parlo io, devo essere un pericoloso estremista".
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