Segni, prosegue la protesta dei genitori dell’Istituto Comprensivo
Dopo la delibera 38 del commissario prefettizio di Segni, ancora disordini a scuola
Nuova settimana da affrontare per alunni e genitori delle scuole elementari e materne dell’istituto comprensivo di Segni. Dopo la delibera 38 del commissario prefettizio di Segni, ancora disordini a scuola. Oggi gli allievi del tempo pieno, per la maggior parte, sono arrivati a scuola muniti di panino anche per il pranzo. La maggior parte dei genitori non ha intenzione di pagare le tariffe aumentate del 150% , con particolare riferimento al servizio mensa. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, la tariffa per il servizio della mensa è passata da 2,30 euro a 5,52 euro al giorno per ciascun bambino, mentre per lo scuolabus si è passati a 130,00 euro a 160,00 euro all’anno.
“Oltre a questi aumenti noi abbiamo sempre lamentato la possibilità di rivedere il menù e comunque la possibilità di poter portare il pasto da casa per i nostri figli – ci dicono i genitori – in altre scuole pubbliche, anche del Lazio, questa ipotesi è contemplata e c’è chi, tra noi, ha pagato, anche lo scorso anno il servizio mensa, nonostante i propri figli non abbiamo mai mangiato i pasti somministrati per problemi di salute. Oggi, per queste stesse persone appare davvero esoso spendere 5,52 euro al giorno e nello stesso tempo far rimanere a digiuno i propri figli”.
Sappiamo che domani ci sarà un incontro con il commissario prefettizio, richiesto dai genitori del Consiglio d’Istituto e dalla dirigenza dell’Istituto Comprensivo. “Noi vogliamo capire cosa succederà in futuro – il commento dei genitori – la nostra non è solo una protesta temporanea, ma dobbiamo capire cosa ci aspetterà per l’anno prossimo, perché se abbiamo scelto il tempo pieno, abbiamo bisogno di questo orario e del servizi mensa, ma non a queste condizioni”.
Le conclusioni dei genitori al commissario: “Non riteniamo umanamente corretto anche se regolare dal punto di vista tecnico e contabile l’aver agito nei confronti delle famiglie nel corso dell’anno scolastico specie se l’efficacia del provvedimento è dal 1° aprile come ci sembrerebbe essere o peggio dal 1° gennaio come temiamo sia, e soprattutto, per chi non paga e non usufruisce del pasto, cosa riserverà il comune? Delle sanzioni pecunarie? Ricordiamo che si sta decidendo del futuro di minori”.
Abbiamo raggiunto telefonicamente anche il dirigente, prof. Marco Saccucci, il quale si dimostra subito dalla parte dei suoi alunni e dei genitori degli stessi. “Su richiesta dei genitori ho subito inviato una missiva al Commissario Prefettizio dott. Giovanni Luigi Bombagi – ci dice il preside – domani (10 aprile cm) ci sarà l’incontro in comune alla presenza anche dei genitori rappresentanti del consiglio d’istituto. Ma io ho già scritto una lettera ufficiale al commissario dopo aver ascoltato i genitori e analizzato la situazione. Quello che chiedo è che venga annullata la misura riguardante il provvedimento sulla mensa presente nella deliberazione n. 38 del 20 marzo 2018, una misura che reputo intempestiva ed esosa”.
Il preside Saccucci dichiara di comprendere il commissario e che ognuno svolge il proprio lavoro, ma lui, in quanto dirigente di un istituto con oltre 1000 alunni deve salvaguardare i suoi studenti e, di conseguenza le loro famiglie. “Se non è possibile annullare la misura di cui sopra, chiedo almeno la sospensione – prosegue il preside – in attesa che venga definito il regolamento per poter consumare pasti domestici nei locali scolastici. Per tali motivi ho richiesto la presenza anche dell’azienda che gestisce il servizio mensa all’incontro con il commissario. Ci sono dei regolamenti anche della Regione Lazio in merito al consumo dei pasti da casa nei locali scolastici ed è intenzione del nostro istituto adottare tale regolamento che richiede comunque dei tempi per fare in modo che tutto venga svolto nella salvaguardia della salute dei tutti i bambini in mensa, quelli che consumano i pasti della mensa, sia quelli che sceglieranno l’opzione del pasto dal casa, onde evitare la promiscuità dei pasti e la contaminazione, pericolo di salute per bambini allergici. Nella mia posizione, ho l’obbligo di garantire a tutti la frequenza a scuola nei modi che siano più comodi a tutti. Come scuola facciamo del nostro meglio per avere un’offerta formativa all’avanguardia e utile a formare gli adulti di domani, non possiamo permetterci che tale misura commissariale annulli il nostro impegno e i nostri sforzi. Tale lavoro – conclude il preside – deve essere congiunto e concertato, tra scuola, comune, genitori e società di gestione del servizio mensa”.
Attediamo tutti fiduciosi l’esito dell’incontro di domani, 10 aprile, alla presenza del commissario e di tutti gli attori citati dal preside.