In premessa va detto che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) oggi vive uno dei suoi momenti più critici della sua storia da quando fu creato nel 1978 con la Legge istitutiva 833. Tra i grandi problemi che lo affliggono, uno dei più grandi in assoluto è sicuramente quello della mancanza di unitarietà della sua gestione digitale tecnica, clinica ed amministrativa (il cd “fascicolo sanitario”). E anche quello della scarsa compliance e comunicazione interpersonale tra gli attori principali del sistema stesso (medici, infermieri, pazienti, associazioni ecc).
Sulla scorta di una mia esperienza quasi quarantennale tra ospedale e territorio svolta sia in Italia che all’estero, ho potuto comprendere che l’ostacolo principale a una ottimale gestione del SSN sia territoriale che ospedaliero è rappresentato sicuramente dal viaggiare tutti più o meno a “compartimenti stagni” senza molta compenetrazione dei reciproci e rispettivi lavori. I medici non dialogano abbastanza tra di loro.
Il paziente alla fine afflitto e vinto da una serie anche grave di patologie e cronicità, considerata la incomunicabilità degli attori, non ha altra scelta che decidere se finire nelle braccia dei vari Dipartimenti di Emergenza e Accettazione e i Pronto Soccorso oppure se mettere mano al portafoglio e rivolgersi al sistema sanitario privato nelle sue varie forme.
Ho quindi immaginato, invece, di ricorrere ad una soluzione alternativa per così dire “fai da te” e artigianale, immaginando periodicamente di fare incontrare fisicamente e direttamente presso i locali della Breast Unit che si occupa di Senologia al Policlinico Tor Vergata dove io lavoro, gli attori del sistema e cioè i medici dell’ unità operativa stessa e i cd “referrals” per dirla all’ anglosassone e cioè i medici del territorio (MMG, specialisti ambulatoriali) che sono i primi terminali delle richieste e dei bisogni di salute del Cittadino loro iscritto.
Il tema degli incontri del Sabato della durata di circa 60-90 minuti allietati da pasticcini e bevande autoprodotte anch’esse artigianali (!) è stato da me deciso e improntato sul tema “Breast Unit Ptv: istruzioni per l’uso”. Cioè ho ritenuto interessante e utile confrontarmi direttamente sul campo del mio Ospedale mediante un approfondimento dei percorsi interni della Breast Unit, spiegando ai colleghi del territorio come essa funziona veramente e dettagliatamente e come essi possono raggiungerla con i loro assistiti nelle sue varie complessità siano di tipo amministrativo che telefonico (CUP).
Si, infatti complessità, perché la Breast Unit del PTV ottimamente e brillantemente diretta dal Prof. Oreste Buonomo Associato di Chirurgia Generale a Tor Vergata, è un insieme funzionale di almeno 7 o 8 altre UOC o UOS (anatomia patologica, radioterapia, oncologia, radiologia, nutrizione clinica, psichiatria, genetica clinica, chirurgia plastica, ecc) oltre che beneficiare dell’ apporto molto proficuo di almeno 4 o 5 infermiere specializzate e molto brave.
Il risultato dei primi incontri – necessariamente il sabato mattina per motivi di minori impegni lavorativi e per non levare troppo spazio alle famiglie – è stato decisamente interessante e stimolante. I colleghi si sono subito entusiasmati alle metodiche impiegate dalla Breast Unit, ai percorsi interni ed alle periodiche e routinarie riunioni multidisciplinari intorno ai singoli casi clinici di neoplasia mammaria maligna. Ogni singolo caso viene infatti studiato valutato e deliberato per il percorso terapeutico il mercoledì mattina in una sede multidisciplinare.
Abbiamo, quindi, pensato di amplificare il metodo e di estenderlo progressivamente (forze e risorse umane permettendo) anche ad altri soggetti altrettanto potenzialmente interessanti per lo sviluppo di condivisioni e miglioramenti dei risultati, per esempio alle farmacie pubbliche e private e alle loro multiverse e moderne funzioni e questo avverrà credo a breve.
In conclusione, abbiamo potuto osservare ottimi risultati nel gradimento della struttura anche da parte dei pazienti oltre che dei loro medici ed abbiamo così potenziato vistosamente in un solo anno solare l’ accesso alle nostre facilities ospedaliere (reparto, sale ambulatoriali, sale operatorie) incrementando nettamente il numero di casi trattati.
In conclusione, “I Sabati della Breast Unit del Ptv: istruzioni per l’uso”, rappresenta secondo me una metodica a basso costo, di grande coinvolgimento empatico diretto e personale degli attori del sistema, fidelizza i pazienti e i loro “referrals” e si può applicare anche ad altre situazioni territoriali e ospedaliere. Soprattutto laddove esistesse una marcata discrepanza e lontananza tra i colleghi attori del sistema e del processo clinico diagnostico e terapeutico: in questo modo in pochi mesi si possono agevolmente raggiungere la maggior parte dei medici e farmacisti del territorio di riferimento, senza cadere in pesanti burocrazie spesso costose e di meno diretta utilità.
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