Sentenza Corte Suprema: anche le mance vanno tassate, si deve pagare l’Irpef
Lo ha stabilito la Cassazione. Le mance fanno a tutti gli effetti parte del reddito di un lavoratore e per questo devono essere tassate
Anche le mance devono essere tassate. La sezione tributaria della Cassazione ha infatti sancito il principio per cui le mance facciano a tutti gli effetti parte del reddito di un lavoratore. E per questo motivo vanno sottoposte a tassazione. La sentenza, depositata il 30 settembre, era finalizzata alla risoluzione di un contenzioso tra l’Agenzia delle Entrate e un uomo impiegato con mansioni di capo ricevimento di un hotel di lusso della Costa Smeralda, in Sardegna.
La vicenda
Pare infatti che nelle tasche del dipendente d’albergo fossero arrivati circa 70 mila euro dai generosi ospiti del complesso turistico. E che il lavoratore li avesse riversati in banca. Lì erano rimaste al riparo del fisco in quanto non parte direttamente assimilabile alla propria remunerazione. O meglio, questo è ciò che ha creduto il lavoratore, fino all’arrivo di un avviso di accertamento per l’anno 2007, per reddito da lavoro dipendente non dichiarato per 83.650 euro corrispondenti a mance. La Commissione tributaria della Sardegna aveva accolto il ricorso dell’uomo, ritenendo non tassabili le mance, data la loro “natura aleatoria” e in quanto “percepite direttamente dai clienti senza alcuna relazione con il datore di lavoro”.
La sentenza della Corte Suprema
Ma la Suprema Corte ha dato ragione al Fisco e, in accoglimento del ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ha stabilito che “l’onnicomprensività del concetto di reddito da lavoro dipendente giustifica la totale imponibilità di tutto ciò che il dipendente riceve, anche, quindi, come nel caso in esame, non direttamente dal datore di lavoro. Ma sulla cui percezione il dipendente può fare, per sua comune esperienza, ragionevole, se non certo, affidamento”. I giudici della Corte hanno dunque annullato con rinvio la decisione della Commissione tributaria della Sardegna, la quale aveva dato ragione al lavoratore. A questo punto, per il contribuente si aprono le porte dell’obbligo di pagare l’Irpef anche su quelle mance.
Il caso tornerà ora all’esame della Commissione tributaria regionale che dovrà riesaminare la questione sulla base della linea dettata dalla Suprema Corte.