Serena Mollicone, incontro ad Arce per ricordare la ragazza
Il 18 novembre ad Arce si terrà “Il Giorno di Serena. Uccisi e scomparsi chiedono giustizia”
Si terrà il prossimo 18 Novembre 2014, alle ore 18,00, ad Arce in Corso Umberto I, presso la Sala del Museo, un incontro dal titolo "Il Giorno di Serena. Uccisi e scomparsi chiedono Giustizia". L’incontro in ricordo di Serena Mollicone è promosso dal Circolo" Serena Mollicone" di Arce de I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione". Parteciperanno tra gli altri: il papà di Serena, Guglielmo, l’avvocato Luigi Pescuma dell’ufficio legale della nostra associazione, criminologo, il prof. Gaetano Pascale, docente universitario di tecniche dell'investigazione, referente per il Lazio dell’associazione I Cittadini contro le mafie, l’avvocato Dario De Santis, legale della famiglia Mollicone, lo scrittore e regista Giulio Cavalli, la referente del Circolo del Lago di Bracciano de I Cittadini contro le mafie Silvia Damiani, Tonino Ruggiero dell’associazione Penelope, i testimoni di giustizia Valeria Grasso e Franco Gaetano Caminiti, Maria Tuzi figlia del brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi, Gianni Ciotti segretario nazionale del sindacato di Polizia Sed, il giornalista del Fatto Quotidiano Luca Teolato. Sono stati invitati all’incontro il sindaco della città di Arce e le autorità interessate
Il mistero di Serena Mollicone: un caso aperto da troppi anni
Siamo ad Arce in provincia di Frosinone. E’ venerdì 1 giugno 2001, e sono le 7.30 del mattino: Serena Mollicone ha 18 anni e vive con il papà. La mamma se ne è andata 10 anni prima per un male incurabile. Serena frequenta il liceo pedagogico di Sora. Serena, prima di andare a scuola, si deve fermare in ospedale per una radigrafia ai denti. Il bus che deve prendere è lo stesso che la porta a scuola, ma lei deve scendere qualche fermata prima. A scuola ci andrà più tardi. Quella di Serena sembra essere una giornata come tante. Ma non è così. Serena arriva, tra le 8 e le 9, all’ospedale Isola del Liri. Quella mattina indossa un paio di orecchini a cerchio: fatta l’ortopanoramica, la giovane viene vista camminare per il paese. Ha con sè libri e appunti per una tesina. Verso le 9.30 viene vista davanti ad una cartoleria: è da questo istante che inizia il mistero. Sarebbe bastato prendere un automezzo pubblico per tornare a casa, oppure un altro (nella direzione opposta) per andare a scuola.
Invece, quella mattina, Serena non prende nessun mezzo pubblico. E se avesse accettato il passaggio da qualcuno? Una cosa è certa Serena non arriva a scuola, e quello è l’ultima volta in cui l’hanno vista. Una cosa però è cambiata: Serena non aveva appuntamento per la lastra ai denti. L’appuntamento era del fidanzato, ma la ragazza aveva accesso allo studio grazie all’amicizia del medico con il padre. Quest’ultimo, dopo aver sentito il fidanzato Michele, e non trovandola a casa, va a fare la denuncia di scomparsa: dalle 21.30 del 1 giugno è ufficialmente un caso di scomparsa. Questo fino al 3 giugno, quando viene ritrovato il corpo di Serena Mollicone. Vicino al cadavere sono stati ritrovati i suoi libri, e ai polsi erano presenti delle legature. Perchè è stata legata? Non c’erano segni di violenza, o colluttazione: Serena è stata stordita con un colpo alla tempia. Ma quel colpo non è stato la causa della morte: è stata soffocata, imbavagliata e sigillata con lo scotch intorno alla bocca.
Il primo ad essere sospettato è il fidanzato Michele Fioretti. A finire sotto la lente è poi il papà: sarà lui, dopo una settimana, a ritrovare casualmente il cellulare della figlia. Guglielmo Mollicone è convinto che il cellulare qualcuno ce lo abbia messo di nascosto. Il mistero si infittisce. Tanto che il giorno dei funerali il cognato lo porta improvvisamente in caserma, e lì viene trattenuto per 3 ore. Solo per una firma. Ora si cerca chi le possa aver dato un passaggio in auto. Ecco la prima svolta: il 6 febbraio 2003 viene arrestato Carmine Belli, un carrozziere. Si sospetta di lui, ma alla fine verrà prosciolto da tutte le accuse.
Arriva la seconda svolta: il brigadiere Santino Tuzi ha un segreto che ha rivelato solo ad aprile 2008. Cosa avrà ammesso davanti agli inquirenti? C’è però un mistero nel mistero: dopo essere stato dalla a trovare una amica, Santino Tuzi sta tornando a casa in auto. Nel frattempo parla al telefonino proprio con la donna. Improvvisamente, mette giù il telefono e prende la pistola di ordinanza, sparandosi un colpo. Ma cosa ha detto il brigadiere di così sconvolgente? Santino avrebbe visto Serena due ore e mezzo più tardi proprio in caserma, e l’avrebbe vista salire nell’appartamento privato del comandante dei carabinieri. Ad oggi sono finite 6 persone nel registro degli indagati: ci sarà anche l’assassino?
*Tratto dal blog "I Cittadini contro le Mafie e la Corruzione"