I tre punti incamerati dalla Roma contro il Cagliari permettono ai giallorossi di tornare alla vittoria dopo tre turni in cui, a cavallo del nuovo anno, era stato conquistato un solo punticino. Oltre al risultato finale – l’1-0 su rigore, per il più classico del “il massimo risultato col minimo sforzo” – non mancano buone e cattive notizie.
Come da prassi ottimistica, iniziamo dalle cattive notizie. Al cospetto della 18° forza della Serie A e della seconda peggior difesa, la Roma non è riuscita a chiudere una partita dal pronostico chiuso in sede di vigilia. Va detto che il momento vissuto dai sardi era anche migliore di quello della squadra capitolina (nel 2022 appena iniziato il Cagliari proveniva da due vittorie consecutive, mentre la Roma da due ko di fila). Questa forse è la chiave per un match che è rimasto in equilibrio per tutti i 95 minuti: le sconfitte pesanti contro Milan e Juventus, soprattutto l’ultima, hanno minato le certezze di una squadra che, memore della rimonta subita dai bianconeri, non riesce ad amministrare al meglio le situazioni di vantaggio. Al contrario la squadra di Mazzarri, spesso protagonista di prestazioni arrendevoli, nell’ultimo periodo ha dimostrato di rimanere nella partita anche in situazioni di svantaggio (le vittorie in rimonta con Sampdoria e Bologna lo dimostrano.
Le scorie dei due ko negli scontri diretti si è fatta sentire, per una squadra che ha controllato la partita per 75 minuti, creando tante potenziali occasioni ma peccando sempre nell’ultimo passaggio. Così, arrivato il calo fisico, Mourinho ha deciso di coprirsi e di abbassare il baricentro negli ultimi minuti dando fiducia al Cagliari, con la clamorosa occasione capitata sui piedi di Joao Pedro e la traversa colpita. Sintomi di una Roma ancora convalescente che deve riprendere fiducia in se stessa: la zona Champions è distante 7 punti, con l’Atalanta che però deve ancora recuperare una partita. Un ulteriore stop avrebbe già compromesso la rincorsa giallorossa.
Venendo alle buone notizie, è innegabile che l’uomo copertina è il nuovo arrivato Sergio Oliveira. L’ex Porto, arrivato a Roma mercoledì mattina e lanciato dal primo minuto, ha subito messo in mostra le qualità che cercava Mourinho per il proprio centrocampo, ossia personalità e qualità. Dopo 33 minuti dal suo esordio si è procurato il rigore, si è incaricato di batterlo ed ha segnato spiazzando Cragno. A fine partita ha tenuto a specificare che non è diventato lui il rigorista della squadra, ma il vice in sostituzione di Pellegrini, out nel riscaldamento. Insieme alla gestione di una gran quantità di palloni e all’intesa con Mkhitaryan, ha avuto un esordio oltre ogni più rosea aspettativa.
Insieme al match-winner, altrettanto decisivo è stato il connazionale Rui Patricio che, dopo più di un’ora quasi inoperoso, si è fatto trovare pronto nell’unica vera grande occasione cagliaritana, ossia il tocco sottomisura di Joao Pedro. Il titolare della propria nazionale è stato più che mai reattivo alzando il pallone sulla traversa, dimostrando una volta di più come, dopo diversi anni di ricerca tra Pau Lopez e Olsen su tutti, la Roma ha trovato tra i pali un portiere dall’altissimo rendimento. Mourinho dovrà ripartire dalla qualità, dall’esperienza e dalla personalità dei suoi connazionali in mezzo al campo.
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