Categorie: Cronaca

Settembre 2017: la verità, drammatica, dell’Ospedale di Colleferro

Il Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” e tutte le realtà che hanno aderito al Coordinamento territoriale denunciano l’impulso che la Regione sta dando, con l’assenso dei Comuni, allo smantellamento delle strutture ospedaliere della provincia. “Ogni giorno si assiste a un taglio e al depauperamento della struttura che è sempre stata un fiore all’occhiello – affermano dal comitato – professionalità mediche e sanitarie che, seppur, con pochi mezzi e spazi a disposizione, hanno sempre dimostrato dedizione per il proprio lavoro. La richiesta di confronto democratico con chi decide per questa struttura è sempre caduta nel vuoto, come se non ci si preoccupasse dignità della persona e dei diritti dei cittadini”.

Il Comitato libero in difesa dell’ospedale è stato presente la scorsa settimana sul territorio con banchetti informativi e volantinaggio in tutti i quartieri di Colleferro e nelle zone maggiormente frequentate dal punto i vista commerciale. “Abbiamo incontrato centinaia di persone alle quali abbiamo spiegato la situazione – ci raccontano – la maggior parte dei cittadini, ovviamente non solo di Colleferro, si è detta preoccupata per il futuro del nosocomio, non riescono a capire quale sia il disegno sulla sanità di questo territorio. Al diniego autoritario e al silenzio cinico della parte politica risponderemo – anche questa volta – presentando ricorso, entro 60 giorni,  davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Impugneremo il Decreto del Commissario ad Acta e Presidente della Regione Lazio, Zingaretti, sulla nuova programmazione della rete ospedaliera nel biennio 2017-2018 (DCA 18 luglio 2017, n. U00291, clicca qui).  La Regione è commissariata e i decreti del Commissario, che non vengono esaminati dal Consiglio regionale, sono rimessi al parere del Governo e del Parlamento, che ci auguriamo possano modificare il testo”.

Secondo quello che recita il Bollettino Regionale, l’ospedale di Colleferro perde il primario del reparto di chirurgia e diminuiscono i posti letto. La UOC (Unità Operativa Complessa) di chirurgia, finora affidata ad un primario, è stata soppressa e riallocata presso l’ospedale di Tivoli, da cui dipende, perdendo autonomia e responsabilità professionale! Senza la figura del primario il reparto viene trasformato in VUOC, ovvero affidato ad un aiuto primario che, a differenza del primario, può essere trasferito in altra struttura e questo consentirà la chiusura del reparto! In sostanza pur di non assumere personale i reparti e le direzioni delle UOC vengono assegnate ad interim a medici incaricati presso l’ospedale di Tivoli; una pratica che sta diventando ordinaria e non eccezionale, come prevedono le norme contrattuali. La cosa è stata replicata per il reparto di ortopedia, salvo poi assegnare il medico richiesto in organico all’ospedale di Palestrina, mentre da mesi non vengono eseguiti interventi di otorinolaringoiatria per mancanza di medici.

La Regione ha deciso di continuare a potenziare l’ospedale di Tivoli a spese di tutti gli altri nosocomi locali. Proprio come accaduto nel 2015 quando i reparti materno infantili vennero trasferiti a Palestrina.

“In due anni abbiamo perso 7 reparti e altrettanti primari – proseguono dal comitato – la situazione degli altri reparti è molto simile e l’abbiamo denunciato all’Italia intera ai microfoni della rete televisiva LA7 solo qualche settimana fa. Siamo stati considerati bugiardi per averlo detto e svelato che la Nuova Ala, al momento, ha rappresentato solo un trasferimento del già esistente, senza vedere il rinnovamento e anzi, oggi, secondo quello che apprendiamo dagli atti ufficiali, vediamo solo un depotenziamento. I nosocomi della provincia subiscono, per effetto della politica romanocentrica della Regione, un drastico ridimensionamento con l’alibi del contenimento dei costi, del rientro dal deficit sanitario e del rispetto degli standard di sicurezza. Per tutta risposta la Regione apre ad Anagni un Presidio ambientale, inadeguato e inutile rispetto ai bisogni del territorio. Ci domandiamo quanto valga la salute sul territorio”.

* Articolo di Ina Camilli (coordinatore) e Gabriella Collacchi (portavoce) del Comitato libero in difesa dell'Ospedale di Colleferro – Coordinamento territoriale.

Redazione

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