Si è concluso ad Anzio il Premio nazionale di poesia Leandro Polverini

Nei giorni scorsi si è concluso ad Anzio l’annuale Premio nazionale di poesia, dedicato a Leandro Polverini, che ha visto la partecipazione di 110 autori.

Alejandra Pizarnik, poetessa argentina del ‘900, diceva che “Scrivi poesie perché hai bisogno di un posto dove essere quello che non sei”, forse è vero ma è una idea che cozza con la vita di Leandro Polverini al quale è dedicato il premio nazionale di poesia edita che, anche per l’edizione 2018, si è tenuto ad Anzio presso l’hotel Lido Garda accogliendo poeti provenienti da tutta Italia.

Cozza con la vita di Leandro Polverini poiché la stessa è stata vissuta all’insegna dell’intraprendenza nel costruire dal nulla un esempio di imprenditorialità, su più fronti e in più settori, che risulta essere moderna ancora oggi a distanza di venti anni dalla sua scomparsa; un uomo che ha fatto della sua vita lavorativa il luogo esatto dove essere sé stesso e in cui esprimere le sue potenzialità e capacità anche umane. La rassegna di poesia, che ogni anno si tiene ad Anzio, offre a tanti autori provenienti da numerose regioni la possibilità di esprimere la propria produzione poetica in una delle diverse sezioni in cui il Premio è organizzato; dalla poesia metafisica a quella esistenziale, da quella crepuscolare a quella mistica, anche l’edizione del 2018 è stata caratterizzata dalla partecipazione di 110 autori e si è conclusa con la premiazione di un autore per ciascuna sezione.

Definire il poeta è cosa ardua se il filosofo danese Søren Kierkegaard, già nell’800, si chiedeva “Che cos’è un poeta? Un uomo infelice che nasconde profonde sofferenze nel cuore” e lo scrittore americano Christopher Morley sosteneva che è colui che “mantiene socchiusa la porta che conduce alla pazzia”; tuttavia “il vero poeta crea, poi comprende” come sosteneva Henri Michaux – il quale ha unito poesia e pittura nell’esprimere il suo estro surrealista legato anche all’uso di droghe – e Leandro Polverini “ha saputo dare espressione alla sua creatività divenendo il punto di riferimento per tanti che, ancora oggi e a distanza di decenni, lo ricordano con affetto e gratitudine oltre che come esempio di colui che è stato capace di creare” come dice Serenella Polverini, figlia di Leandro e mecenate di questo importante appuntamento annuale con il mondo della poesia che, ormai, è divenuto un punto di riferimento del mondo della cultura.

“Pablo Neruda sosteneva che la poesia è un atto di pace – continua Serenella – e questo appuntamento vuole essere anche un momento di riflessione su un mondo che sembra essere sempre più in guerra con sé stesso, un atto di pace, appunto, che stimoli non solo la riflessione ma che, come diceva il premio Nobel Dennis Gabor, “pizzichi le corde del cuore e farne con esse una musica” che possa addolcire la nostra quotidianità. La partecipazione a questo evento, sempre più apprezzato e che è cresciuto anno dopo anno, ci fa sperare che questo messaggio non cada nel vuoto.”

Grazie al lavoro della commissione composta anche da Leandro Polverini, nipote del Leandro cui è dedicato l’evento, e da Bertilla Crosara, moglie e autrice di un libro, è stata redatta una classifica che ha permesso ai partecipanti di posizionarsi nell’ambito della sezione di appartenenza chiudendo, poi, l’appuntamento con la declamazione delle proprie produzioni poetiche in presenza di un pubblico attento e partecipe.

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