Sileri: “A metà settembre 80% di immunizzati oppure possibile obbligo”
Per il Sottosegretario alla Salute: “Valutiamo l’obbligo anche per fasce d’età. Non possiamo rallentare ancora gli ospedali”
Prosegue, seppur a rilento nella settimana post-Ferragosto, la campagna vaccinale. E sull’onda delle misure legate al Green Pass e al ritmo di vaccinazioni e contagi collegati alla variante Delta, in previsione dell’autunno il Governo potrebbe attuare nuove misure per vaccinare il numero di persone più alto possibile.
Ad affermarlo è il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in un’intervista rilasciata a La Stampa: “Questa è l’ultima chiamata alle vaccinazioni. Se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell’80% di popolazione che ha avviato il percorso di immunizzazione, dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo“. Allo stato attuale, secondo i dati del Ministero sono state somministrate oltre 75 milioni di dosi, il 70% della popolazione totale ha avuto almeno una dose e più di 36 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, il 67,5 % della popolazione vaccinabile (over 12).
Possibile obbligo per fasce d’età più a rischio
L’obbligo potrebbe essere attuato solo per le fasce di età più anziane, che come noto il Covid colpisce più duramente, soprattutto se è la variante Delta in assenza dell’immunità vaccinale. “Andrei a proteggere chi ha più di 40 anni. Non possiamo continuare a rallentare il lavoro ordinario degli ospedali”, ha dichiarato Sileri. La quota dell’80% è dettata principalmente dalla maggiore contagiosità della variante Delta: “Con la variante Delta, che si è rivelata molto più contagiosa, dovremo salire all’80% della popolazione. Forse anche qualcosa di più”.
Obbligo vaccinale o Green Pass nelle aziende?
Il sottosegretario non è convinto sull’obbligo vaccinale per i lavoratori: “Per le attività produttive sarebbe più utile un’estensione del Green Pass rispetto a un obbligo vaccinale”. Secondo Sileri il suo utilizzo deve essere legato all’andamento del contagio, quindi deve essere “estremamente flessibile” per poter così, spiega, “evitare chiusure e restrizioni”.
Per quanto riguarda invece il dibattito sulle terze dosi, anche qui l’orientamento del Governo è improntato al ragionamento in base a numeri e indagini scientifiche prima di dare una linea netta: “Se vedremo un aumento dei casi tra chi si era vaccinato, perché la copertura dell’immunizzazione è scesa con il passare dei mesi – risponde –, si dovrà fare una terza dose. Ma aspettiamo di leggere dati e numeri”.