Simona Guerra racconta il disagio mentale

In “Bianco e Oscuro”, la Guerra affida alla fotografia la documentazione dello stato dei pazienti

Simona Guerra, archivista e saggista italiana, già autrice di altri 4 libri, ha presentato ieri la sua ultima fatica, "Bianco e Oscuro" (ed. PostCart) presso l’Auditorium Comunale di Bolsena.

Laureata in Storia della Fotografia, in ‘Bianco e Oscuro. Storia di panico e fotografia’, Simona Guerra affronta il delicato tema del disagio mentale, e lo fa utilizzando la fotografia, considerata come mezzo di conoscenza più immediato e rappresentativo delle condizioni dei pazienti.
Il testo è quindi alternato a fotografie di Giovanni Marrozzini; la postfazione è a cura di Peppe Dell’Acqua, psichiatra e direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste.

La narrazione fotografata è affidata ad Alma, protagonista del romanzo ispirato a una storia vera, che racconta come la fotografia le abbia salvato la vita.

Questo libro non è solo un modo per sconfiggere i pregiudizi che caratterizzano una società permeata di valori effimeri e superficiali nei confronti di un mondo sconosciuto e ghettizzato, ma è, altresì, un’occasione – letteraria – per dar vita a nuovi modi di dialogare e di esprimersi e – sociale – per ricordare che anche grazie alla fotografia, in Italia, nel 1978, è stata possibile la Legge Basaglia che ha ordinato la chiusura dei manicomi.

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