Riceviamo e pubblichiamo il comunicato d Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) in merito alla discriminazione generata dal Green Pass sul luogo di lavoro.
“Come è noto, i prezzi dei tamponi antigenici costano circa 15 euro. E l’esito negativo, giustificativo del green pass per accedere ai luoghi di lavoro, vale per sole 48 ore.
A nulla valso l’accorato appello di questo Sindacato LI.SI.PO. che ha chiesto di concedere ai Poliziotti l’erogazione dei tamponi gratuiti (ossia con oneri a carico dello Stato) o a prezzo calmierato (e 15 euro non sembra affatto un prezzo calmierato).
Così ha dichiarato Antonio de Lieto. Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.).
“Rincresce dover rilevare la poca accortezza da parte dell’attuale compagine governativa nei confronti di questi servitori dello Stato che rappresentiamo.
Oltre alla discriminazione nei confronti di chi ha propri punti di vista e convincimenti diversi dal pensiero unico dominante, sembra debba aggiungersi il disinteresse nei confronti di nostri colleghi. Essi sono costretti ad sborsare di propria tasca mediamente 180 euro al mese per poter lavorare.
A tanto non riteniamo biasimevole il comportamento di chi, per eludere tale iniquità, prenda giorni di congedo e fruisca di altri diritti (ancora illesi) previsti da leggi e regolamenti a loro tutela.
Tutto ciò comporta una significativa diminuzione di personale della Polizia di Stato in servizio a scapito della collettività. Pur nella consapevolezza che in caso di contagio da Covid-19 il “vaccinato” corra meno rischi di essere ospedalizzato rispetto a chi non lo sia, il LI.SI.PO. continua a ribadire il convincimento che il green pass non evita la contagiosità.
Per questo le uniche misure valide per evitare la diffusione del virus rimangano le mascherine, il distanziamento, la disinfezione costante delle mani, degli ambienti e dei mezzi di trasporto.
Nell’attesa che il “siero sperimentale” possa assurgere al rango di “vaccino”, auspichiamo che la credenza collettiva del “green pass salva tutti” sia presto smentita ufficialmente e con supporto scientifico. E che in tal modo cessi questa discriminazione tra Poliziotti di serie “A” e Poliziotti di serie “B”, creata da chi non si assume la responsabilità di imporre l’obbligatorietà del “vaccino”.
A chiosa del disappunto palesato, riteniamo dover muovere un’ulteriore critica a questo Governo.
A rafforzare il nostro convincimento circa la poca attenzione riservata alla nostra categoria, il fatto che nella Legge di Bilancio, esso ha previsto lo stanziamento di risorse su specificità e previdenza complementare che non soddisfano le giuste pretese sindacali, da anni disattese”.
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