Politica

Sindaco Roma, ancora aspettiamo qualcuno che sappia tirare fuori i gommoni

Sindaco di Roma. Chi di spada ferisce…

Nel famoso tweet del 2015 la Raggi, allora solo Consigliere Comunale 5 Stelle, consigliava ai Romani di tirar fuori i gommoni per attraversare Roma allagata, accusando e prendendo in giro Ignazio Marino, l’allora primo cittadino della Città Eterna.

Sindaco di Roma: altro che gommoni, nemmeno stappati i tombini

Karma vuole che oggi sia la stampa italiana a prendere in giro lei, Virginia, ridere per non piangere, sull’ennesimo nubifragio o bomba d’acqua caduta su Roma: questa volta Roma Nord, zona Corso Francia: beh, oltre a non aver organizzato i gommoni, il Sindaco Raggi non si è nemmeno data da fare per stappare i tombini. E con ciò i suoi denigratori oppositori hanno stappato Champagne sulla sua inesorabile prossima fine. Un destino segnato, e che reggerà, pur se scritto sull’acqua (piovana.)

Geniale, come il materiale che imperversa sui social: ironico e bestiale, “date la bandiera blu a Corso Francia”, o “…ieri il mare una tavola a Corso Francia!” …se non tragico, considerando che il paziente Roma – in coma da anni – sta ormai sprofondando, sotto l’acqua, dentro le buche, o ricoperta di rifiuti, fate voi.

Il triplete di Roma

E’ proprio di ieri il gran consiglio della destra a Roma, che ha nominato il triplete prima ancora che Mourinho si sieda sulla panchina della Roma: Michetti, Matano, Sgarbi.

Dopo infiniti pruriti, giochi di Palazzo, accordi, siparietti, rifiuti e spintarelle, ecco Michetti, il preferito a futuro Sindaco per le elezioni che si svolgeranno a Roma in autunno. Michetti se la vedrà a sinistra contro Gualtieri, il filosofo, già l’uomo invisibile Ministro dell’Economia durante il Governo Conte Bis, Calenda, cane sciolto e bastonato dal PD romano, e naturalmente Virginia Raggi, con più coraggio e pelo sullo stomaco di una nuova proposta senza voce al festival della canzone.

Con tutto il rispetto possibile, crediamo che Roma avrebbe meritato progetti con più spessore, lungimiranza e modernità, magari persino una tavola comune, di livello internazionale, perché se Roma è ancora definita la città più bella del mondo.

Qualcosa di veramente eccezionale sarebbe servito per affrontare i problemi che tutti i romani conoscono da tempo immemorabile.

Problemi enormi, di sviluppo, che i partiti, tra partitini e in tema d’acqua, correnti, per la pochezza degli argomenti che li montano e smontano più facilmente di un castello di LEGO, non saranno in grado di vincere.

E ora, tutti al mare.

Francesco Di Pisa

Dottore in Giurisprudenza, con un Master in Scienze delle Comunicazioni presso "La Sapienza" di Roma. Libero professionista, vive in Gran Bretagna dove si occupa di politiche Marketing, consumo, comunicazione e scrive di politica, attualità e costume.

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