Sit-in dei tifosi laziali alla Farnesina
Continuano le proteste dei tifosi laziali per tenere alta l’attenzione sui fatti di Varsavia
In un Paese che da tempo ormai non vive più di sussulti di sovranità, il compito di tenere alta l'attenzione sulle vicende che affliggono questa povera Italia, e questi poveri italiani, spetta ai cittadini.
Come quei tifosi laziali, più di 100, che ieri si sono riuniti davanti al ministero degli Esteri, alla Farnesina, tutti stipati dietro un grande striscione con su scritto: "Liberateli".
Si è trattato di un sit-in pacifico, uno tra i tanti atti dimostrativi messi in scena dai tifosi laziali, per mostrare la vicinanza ai nostri connazionali trattenuti presso il carcere di Varsavia. La dinamica dei fatti ancora è sconosciuta, e lo stesso ministero si è mostrato dubbioso riguardo la legalità dell'azione portata avanti dalla Polizia polacca. Perché tra i fermati, con un'azione preventiva, c'erano anche donne e bambini, c'era anche un disabile, perfino due turisti toscani che si sono trovati lì per caso e che avevano come unica colpa quella di essere italiani. Perché la questione non è più solo meramente calcistica, il tifo, la squadra di appartenenza, in questa vicenda, non hanno più alcun peso.
E mentre gli italiani si macchiano di questa colpa, gli inglesi che sono stati fermati, grazie all'intercessione dell'ambasciata britannica, sono già stati rilasciati con tanto di scuse.
Nel frattempo il ministero degli Esteri, tramite una nota, fa sapere che Emma Bonino si è messa in contatto col suo collega polacco Radoslaw Sikorski, per chiedere che siano messi in libertà, in attesa del processo, i 22 italiani ancora trattenuti a Varsavia, anche su cauzione.