“Soluzione su Quota41”: il Governo si pronuncia proprio così | Cosa potrebbe cambiare sul pensionamento
Il governo parla finalmente di Quota41: questa volta la promessa fa sognare tutti.
Dopo una vita trascorsa sul posto di lavoro, il momento della pensione è quello più desiderato da chiunque. Quando si ottiene la pensione, infatti, si ritorna ad essere padroni del proprio tempo e ci si può finalmente dedicare a ciò e a chi si ama di più, riscoprendo hobby e passioni e condividendole con amici e parenti.
Se qualche decina di anni fa si andava in pensione dopo un numero di anni di lavoro decisamente esiguo rispetto alle medie attuali, oggi invece il problema è l’opposto: molti lavoratori, infatti, si trovano a dover proseguire le proprie attività professionali anche dopo i 65 anni e questo ha conseguenze sulla salute psico-fisica.
Il governo, però, nelle ultime ore ha finalmente parlato di Quota41 ed ha fatto una promessa che ha fatto tornare il sorriso a tutti quei lavoratori che da tempo sognano di potersi ritirare dall’ufficio per godersi finalmente il proprio tempo libero: ecco di cosa si tratta.
Quota41, la Lega promette
La Lega nelle ultime ore ha rilanciato una proposta che il Carroccio da anni sta cercando di portare avanti, quella di Quota41. Questa consentirebbe a tutti i lavoratori di andare in pensione nel momento in cui, a prescindere dell’età, hanno accumulato 41 anni di contributi versati. A parlarne è Claudio Durignon, sottosegretario al lavoro ed esponente della Lega, che sottolinea quanto il partito di Salvini voglia dare una risposta definitiva e puntuale ai lavoratori.
La promessa di Durignon e della Lega è quella di lanciare Quota41 entro il 2025: se, qualche mese fa, si parlava di farlo entro la fine della legislatura, oggi invece il partito di Salvini promette di farla inserire nella legge di bilancio del prossimo anno. Poiché oggi il sistema contributivo è dominante sul retributivo, Quota41 risulterebbe sostenibile anche a livello economico.
La falla del sistema contributivo
Con il sistema contributivo la pensione dipende solo ed unicamente dalla quantità dei contributi versati durante gli anni lavorativi e non dagli ultimi stipendi ricevuti, caratteristica invece del sistema retributivo. Con il sistema contributivo, di conseguenza, gli importi della pensione sono molto bassi: chiunque volesse, quando verrà approvata, andare in pensione con Quota41, quindi, dovrà accontentarsi della pensione ridotta che prevede, appoggiandosi su questo sistema.