Nasce nel 2003 e subito diviene uno dei premi più prestigiosi del Paese. Il Premio San Bernardino, fin dal momento della sua istituzione, “ha l’obiettivo di generare una riflessione nel pubblico e negli addetti ai lavori sul tema della pubblicità socialmente responsabile”.
Sede della manifestazione l’università Lumsa di Roma, a due passi da Castel Sant’Angelo. Qui, le campagne finaliste saranno giudicate dalla commissione del premio presieduta dal presidente Comitato Premio San Bernardino, Francesco Maggioni. Con lui, il docente di antropologia culturale e sociologia della religione Padre Luca Pandolfi, il presidente di Pubblicità Progresso Alberto Contri, il direttore responsabile di Avvenire Marco Tarquinio e la giornalista di “Sette”, il magazine del Corsera, Sara Gandolfi.
La campagna di sensibilizzazione “Sono bambina, non una Sposa” è stata fondata dalla sociologa Giorgia Butera con Alessandra Lucca e Federica Simeoli. E’ di pochi giorni fa la presentazione ufficiale presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato di Roma dove la vice presidente del Senato Valeria Fedeli e Isabella Rauti avevano rivolto parole di elogio alla Butera e al team che collabora attivamente alla campagna di sensibilizzazione contro i diritti umani negati.
“E’ stata una giornata indimenticabile, aveva commentato Giorgia Butera al termine dell’incontro istituzionale, e le parole che le illustri ospiti hanno pronunciato a favore della nostra campagna mi hanno commosso. Sono un premio, aveva concluso, per tutto il lavoro che il team ha svolto fino a qui. Non rimane altro che rimboccarci le maniche e ripartire dalla meravigliosa giornata che abbiamo vissuto oggi”.
Così, dopo solo pochissimi mesi dal suo avvio, la campagna della Butera, della Lucca e della Simeoli ha avuto il plauso dell’ONU in riunione a New York, delle autorità italiane presso il Senato ed è arrivata in finale del prestigioso Premio San Bernardino. Ma, insomma, dove volete arrivare? “Le motivazioni per le quali lottiamo, dice Giorgia Butera, sono talmente importanti e di una tale valenza drammatica che non possiamo che augurarci di arrivare il più lontano possibile. Sono milioni le bambine e ragazzine che, nel mondo, subiscono ogni tipo di violenza e costrizione a seguito di matrimoni forzati. Spesso, aggiunge, le violenze portano addirittura alla morte. Non possiamo e non vogliamo chiudere gli occhi di fronte a queste atrocità. Tutti insieme daremo voce a chi non ce l’ha”. Il team della Butera, nel frattempo, si è arricchito di due nuovi componenti: sono Antonio Conticello e il nostro collaboratore Remo Sabatini.
Le altre finaliste del Premio sono AMREF, ANT, Dove, Heineken, Pantene, Procter & Gamble e Telecom Italia. L’appuntamento è per domani presso l’Aula Magna dell’università LUMSA di Roma.
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