Sono bambina, non una sposa
E’ il titolo della campagna di sensibilizzazione che riguarda le bambine date in sposa
Quello delle tristemente note “spose bambine” è un tema noto da sempre e che coinvolge decine e decine di migliaia di ragazzine costrette ad accettare il matrimonio in tenera età e, come se non bastasse, il più delle volte con perfetti sconosciuti.
“In diverse nazioni, tra le quali molte in via di sviluppo (Niger, Chad, Bangladesh e Guinea) si continua ad assistere a matrimoni dove le spose sono vere e proprie bambine. E’ una situazione drammatica che non si può accettare.” La dott.ssa Giorgia Butera è, con Alessandra Lucca, Valentina Polini e Federica Simeoli, promotrice della campagna “Sono bambina, non una sposa”. Siciliana, è da sempre attenta alle politiche sociali e ai diritti umani. “In occasione della giornata organizzata da Onu Italia dedicata al tema delle spose bambine che si è tenuta nei giorni scorsi, abbiamo manifestato la nostra volontà di promuovere una campagna di sensibilizzazione riferita alla vera e propria tragedia cui sono sottoposte ragazze e bambine date in moglie forzatamente”.
L’immagine scelta per la campagna è una di quelle che lasciano il segno. Drammatica, la splendida foto di Alessandra Lucca raffigura una bambina con il velo da sposa che tiene in braccio un bambolotto come se dovesse allattarlo.
“Se, già di per sé, continua la Butera, un matrimonio forzato e per di più con una bambina è qualcosa di sconvolgente, bisogna considerare le drammaticità che seguiranno. Si calcola, infatti, che nei paesi in via di sviluppo siano 20mila le ragazze sotto i 18 anni che partoriscono ogni giorno. Fatte le dovute moltiplicazioni si arriva all’incredibile cifra di oltre 7 milioni tra bambine, adolescenti e ragazze. Di queste, infatti, circa 2 milioni hanno un’età inferiore ai 15 anni. Va da sé, inoltre, che il corpo di una bambina non è pronto ad affrontare lo sforzo che la gravidanza implica e, per questa ragione, ogni anno muoiono circa 70mila adolescenti a causa delle complicanze legate alla gravidanza stessa”.
Le mamme bambine, o adolescenti, sono, seppur in piccola percentuale, una questione anche occidentale. “Esatto. Anche nei paesi cosiddetti sviluppati, spiega Federica Simeoli, si registrano molti casi di gravidanze di ragazze molto giovani. Si parla di quasi 700mila ragazze adolescenti madri ogni anno delle quali la metà negli Stati Uniti”.
L’Italia è dalla parte delle “spose bambine”. “Sono vittime di una grave violazione dei diritti umani che ne limita l’istruzione delle giovanissime e provoca danni alla loro salute fisica ed emotiva. Danni che si porteranno dietro per tutta la vita. La nostra campagna di sensibilizzazione vuole essere fonte di informazione e non solo e cercheremo di arrivare dappertutto a cominciare dalla scuola fino ad arrivare alle istituzioni. Il Presidente Napolitano, proprio pochissimi giorni fa, ci ha scritto elogiando il nostro operato. Insieme a Federica, Alessandra e Valentina, ha concluso, continuiamo a lavorare per coinvolgere il più possibile l’opinione pubblica perché non dimentichi un tema così delicato come quello delle “spose bambine”.
La Campagna di Sensibilizzazione “Sono bambina, non una sposa” sarà presentata ufficialmente il 28 ottobre nella città di Augusta in Sicilia.