Sono rimasti pochi i veri romani: simpatici, estroversi, dalla battuta pronta…
Scappano, all’estero. Roma non accoglie più neanche i suoi figli, non c’è lavoro, non ci sono opportunità
Sono rimasti pochi i veri romani, figli e nipoti di quelli che per tradizione erano votati all'accoglienza, all'ospitalità, tanto da essere considerati un vero termine di paragone per stilare classifiche sul tema. Il romano, simpatico, estroverso, dalla battuta pronta e pungente, che viveva in pieno la sua città in ogni vicolo e che lavorava nella sua città e per la sua città, oggi è rarissimo e spesso vive rinchiuso in sé, nello stupore generale di chi invece lo invoca come fosse un indispensabile elemento della perduta romanità. Roma oggi respinge, non accoglie. Insieme al degrado della città anche il romano vive con atteggiamenti passivi, quasi volesse rappresentare, egli stesso, una decadenza progressiva e irreversibile. Intollerante, chiuso come non mai, baluardo, roccaforte, a protezione di quel poco di se stesso che è rimasto. I giovani nati nelle periferie, sono cresciuti senza poter neanche assaporare il gusto di essere romani.
Scappano, all'estero. Roma non accoglie più neanche i suoi figli, non c'è lavoro, non ci sono opportunità, qualità di vita bassa ad alto prezzo e grandi rischi. Un "si salvi chi può", sospirato e non gridato. Fa male tutto questo, molto male. Ma è realtà. Chi esce la mattina alle 5 per andare al lavoro, a piedi e con il trasporto pubblico, vede tutto questo e molto di più di chi si chiude nella sua preziosa automobile e gira sempre negli stessi settori, molto più di chi "usa" Roma e poi la distrugge. Di chi ne parla senza neanche conoscerla: opinionisti da talkshow, politici corrotti cresciuti a merendine e web, che del territorio e degli angoli sublimi di Roma non sa nulla, avulsi dal vero spirito romano. Infine il turista, incredulo, sconcertato, disorientato, derubato….resta attònito di fronte alle fontane, solo, senza nessuno che gli racconti la vera romanità.