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Spara al fagiano. Uccide il fratello

La nuova stagione venatoria si è aperta ufficialmente soltanto ieri e già si contano i primi incidenti, le prime vittime. L’ultima tragedia è stata registrata ieri nel cremonese quando un cacciatore, visto alzarsi improvvisamente un fagiano, ha fatto fuoco colpendo in pieno petto il settantaquattrenne Luigi Agosti.

La cronaca, i fratelli Fiorenzo e Luigi Agosti erano usciti insieme per una battuta di caccia nei pressi di una azienda agricola non lontano dalla zona industriale di Rivolta d’Adda. Ad un certo punto i due si erano divisi e la vittima aveva deciso di inoltrarsi in un campo mentre il fratello proseguiva lungo una strada sterrata. Di lì a poco la tragedia.

Un fagiano, impaurito dalla presenza degli uomini, aveva preso il volo improvvisamente e Fiorenzo, 65 anni, non aveva esitato a far fuoco colpendo, per errore, il fratello che è morto sul colpo. Carabinieri della locale stazione e polizia provinciale stanno indagando per ricostruire la dinamica della tragedia.

L’episodio di ieri è solo uno degli incidenti drammatici che continuano ad essere registrati anche in queste ore. E’ di stamattina, infatti, l’altra notizia, questa volta nel milanese, che vede protagonista un anziano impallinato da un suo coetaneo e conoscente. La vittima è stata operata d’urgenza al volto ed alle mani.

Altri due episodi di ferimento dovuti alle doppiette “amiche” avevano riempito le cronache della provincia di Empoli nella giornata di ieri. Fortunatamente, le vittime non sono in pericolo di vita.

Intanto, le polemiche sulla caccia che si protraggono da un ventennio e che vedono sempre maggiore diffidenza nei confronti di cacciatori senza scrupoli e con il grilletto facile, proseguono. Mentre diverse associazioni di cacciatori continuano a demonizzare cinghiali e lupi, infatti, le cronache proseguono nel riportare storie di ferimenti e addirittura di vittime causate dai cacciatori stessi.

Troppe doppiette in giro? E in mano a chi? Viene da chiederselo. Nel frattempo, anche nella Capitale, sembra essere tornata di moda la battuta di caccia “in città”. Complice la scarsa, per non dire nulla presenza di controlli da parte delle autorità competetenti. Spesso e volentieri, difatti, molti abitanti di affollatissime  periferie romane come Casal Monastero, Talenti e Bufalotta, non hanno più il pensiero di puntare la sveglia del mattino. Ci pensano i colpi sparati, in serie di due o di tre, ai piccioni e  ai falchi che risiedono nelle aree metropolitane delle città a buttarti giù dal letto ed anche con un certo anticipo.

Perché si sa, il mattino ha l’oro in bocca e qualche volta il piombo.

Redazione

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