Spezie, condimento del piacere e antenate della medicina moderna

Poteri afrodisiaci, effetto antiossidante, valore antisettico… le spezie sono una farmacia che si trova nelle nostre cucine

Spezie

Le spezie sono ingredienti importanti non solo per il piacere ma soprattutto per la salute.

L’aiuto che ci possono dare le spezie nella gestione dei disturbi, non solo dell’apparato digerente, non è trascurabile. Naturalmente l’uso delle piante officinali fa parte della storia dell’Uomo in ogni epoca e oggi è una branca scientifica che, oltre a vantare una tradizione millenaria, ha ampliato molto il campo delle possibili applicazioni. Anche un considerevole numero di farmaci moderni si basa, o è addirittura sintetizzato, su principi attivi ed estratti forniti dalle piante.

E’ interessante dare un’occhiata ad alcune spezie che più o meno abitualmente si usano in cucina anche perché, di alcune di loro, i più non sospettano che possano essere utili in un modo che non ti aspetti.

Alcune spezie e le loro proprietà

Per esempio la più usata, il sale, ha diritto a un paio di chiarimenti. Poiché ormai è quasi più temuto che apprezzato, dobbiamo considerare che non è affatto un ingrediente pericoloso per l’apparato cardio-circolatorio se usato con equilibrio. Infatti anche i consigli ai pazienti interessati sono quasi sempre su una limitazione del sale, non sull’eliminazione completa. Questo perché il sodio entra attivamente nella gestione dei liquidi da parte dei meccanismi renali per i quali la sua carenza è complessa da gestire quanto il suo eccesso.

Iodio, alleato che viene dal mare

Il secondo chiarimento riguarda il dilagante uso dei sali iodati. A parte il fatto che il sale marino, soprattutto se non raffinato, ha già il suo contenuto di iodio, anche se non enorme, dobbiamo ricordare che l’apporto di iodio nella nostra giornata è dato da un elenco molto lungo di cose che ingeriamo normalmente. Anzitutto l’acqua, che è il fornitore di gran lunga più efficace, poi ci sono gli alimenti che provengono dal mare. Gli animali marini di cui ci nutriamo contengono tutti iodio, chi più chi meno, e sono una componente poderosa, insieme all’acqua, nel rifornirci di questo elemento essenziale per il funzionamento della tiroide. In poche parole, anche in presenza di un aumento degli ipotiroidismi clinicamente evidenti o subclinici, il riequilibrio dell’assunzione di iodio attraverso la dieta è molto efficace nella gestione di questi disturbi, riparandoci dal rischio di eccessi nell’assunzione, più facili quando si usano alimenti “arricchiti”.

La cannella e i chiodi di garofano ne sanno più di quanto crediamo

E’ così in realtà. Sono entrambe spezie usate soprattutto per la conservazione, come molte altre del resto. Per esempio la cannella ha delle buone proprietà antimicrobiche come anche il chiodo di garofano. Si usano entrambe in un rimedio anti-influenzale famoso come il vin brulè ma ci si può fare anche un’ottima tisana con le stesse proprietà. La cannella poi, e questo probabilmente è meno noto, ha un effetto ipoglicemizzante piuttosto importante, ovviamente utile nel controllo dell’eccesso di glucosio nel sangue. Sarà un caso che, nei secoli, sia diventata una spezia molto usata nella preparazione dei dolci?

Il chiodo di garofano, da parte sua, contiene eugenolo (così come la cannella) che è un potente antiossidante. E’ un antifermentativo, antiputrefattivo e antisettico. Ha un’azione tonica sulla muscolatura uterina e può dare, se in eccesso, irritazioni urinarie. E’ utile in diversi disturbi gastro-intestinali, non escluse le malattie infiammatorie dell’intestino.

Lo zafferano: il turbo delle spezie

E’ una spezia complessa e dalle molte caratteristiche. Usato in pistilli è considerato a una pappa reale vegetale. E’ un energizzante tanto che, come quasi sempre accade con ingredienti simili, la tradizione gli attribuisce anche un potere afrodisiaco, sul quale mi sentirei francamente di opinare un bel po’.

E’ anche un analgesico e un antimicrobico, in passato usato in odontoiatria in gran quantità. Altra importante proprietà è la capacità di preservare i sistemi antiossidanti delle cellule, enzimatici e non.

Dott. Antonio Sbardella