Il predatore più temuto degli oceani, il grande squalo bianco, è il protagonista della conferenza che si terrà domani, giovedi 11 febbraio, a Roma e che vedrà il fotografo naturalista e studioso del mondo marino, Remo Sabatini, relatore.
L’evento, curato da Marenostrum Diving Team, il circolo di subacquea romano, si preannuncia ricco di filmati e immagini originali che Sabatini ha ripreso nel corso delle sue spedizioni internazionali dedicate al grande squalo.
“Il mio intento, dice Sabatini, è quello di cercare di cancellare l’immagine dello squalo killer che certa filmografia e letteratura, ancora oggi gli attribuiscono. Gli squali, infatti, continuano ad essere visti come dei mostri marini assetati di sangue. Non è così”.
La paura suscitata dallo Squalo di Spielberg sembra essere rimasta intatta. Eppure sono passati più di quarant’anni. “Il timore ancestrale di essere mangiati, ha continuato Sabatini, è qualcosa che fa parte dell’inconscio umano sin dalla notte dei tempi. Questo, però, non ci deve far sviare dalla realtà. Non esistono animali assassini. Persino i predatori che possono apparire più spietati, vivono secondo la loro natura. Esistono, certamente, animali che possono rappresentare un pericolo per l’uomo, tuttavia, questo vi stupirà, gli squali, grande squalo bianco compreso, sono tra quelli meno pericolosi in assoluto per l’essere umano!”.
Non le pare di esagerare? “Parlano le cifre, le statistiche, parlano i fatti. Sono pochissime le persone che, al mondo, perdono la vita ogni anno a causa degli squali. In media non si arriva a 10 a fronte di milioni e milioni di persone che, per i più svariati motivi, entrano in acqua. Le noci di cocco, cadendo dagli alberi, uccidono venti volte di più! Eppure non mi sembra di aver mai visto nessuno preoccuparsi delle “noci di cocco assassine”. Di contro, sono quasi 100 milioni, ha capito bene, gli squali che ogni anno vengono uccisi dall’uomo a causa della pesca intensiva, della ricerca di macabri trofei e, soprattutto, per via delle pinne così apprezzate nella cucina orientale e non solo. Una pratica, quest’ultima, assolutamente crudele chiamata Finning e che alimenta un mercato governato dalle varie mafie orientali che ne traggono profitti enormi”.
Quindi è lo squalo che dovrebbe avere paura di noi? “Gli squali, come la stragrande maggioranza della fauna terrestre e marina, sono oggetto di caccia non sostenibile. Molte specie animali che fino a pochi decenni fa prosperavano, oggi si trovano al limite del rischio di estinzione. L’uomo, ha sottolineato, continua a comportarsi come nulla fosse. Nemmeno i cambiamenti climatici che stanno portando squilibri epocali sul nostro pianeta, sembrano destarlo dal colpevole torpore più di tanto. Infatti, al di là di qualche bella promessa, anche la Conferenza sul Clima di Parigi di qualche settimana fa, lascia sperare ben poco sul futuro della Terra. E’ incredibile come certa politica continui a nascondere la testa sotto la sabbia. Come se vivessero su di un altro Pianeta”.
Con un futuro così incerto cosa si può fare ora, per cercare di migliorarlo e che c’entrano gli squali? “Gli oceani, ha concluso Sabatini, ricoprono i due terzi del nostro pianeta che è, sarebbe bene ricordarcelo più spesso, la nostra casa. Quindi, se gli oceani funzionano bene, il nostro pianeta funziona bene. La maggior parte dell’aria che respiriamo proviene proprio da lì. E allora, perché gli oceani siano in salute, ci vuole equilibrio. Quell’equilibrio dato dalla catena alimentare marina, fondamentale per la vita. I predatori, quindi anche gli squali, sono al vertice di quella catena che, attenzione, non deve essere spezzata o privata di anelli importanti. Se così non fosse, lo squilibrio sarebbe tale da provocare sconvolgimenti disastrosi cui non si potrebbe più porre rimedio. Gli amici di Sea Shepherd, che ho invitato ad essere presenti con me per la serata di domani, sanno bene di cosa stiamo parlando perché da anni si battono nelle acque di tutto il mondo contro chi depreda i mari, bracconieri o balenieri che siano”.
E allora, lo squalo non è più soltanto un film. “Non lo è mai stato, ha sottolineato Remo Sabatini. E’ soltanto un magnifico e misterioso abitante dei mari che, suo malgrado, hanno disegnato così”.
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