[da tuttocalcionews.net]
Vince e dà spettacolo. Nessuno incanta l’Italia del calcio come la Lazio, che ieri ha messo in fila la quinta vittoria consecutiva. Sulla sponda bianco-celeste del Tevere non si vedeva una scia simile da cinque anni, quando sotto la gestione Reja, l’Aquila provava a spiccare il volo verso i cieli d’Europa.
Allo stesso modo la banda Pioli sta cercando di arrivare inChampions League. La giornata di ieri potrebbe infatti riscrivere i destini del campionato: la vittoria a Torino, e la doppietta favolosa di Felipe Anderson. Infine la sconfitta della Roma, che fa sognare così il secondo posto; un obiettivo impensabile fino ad Agosto, quando i più dubitavano delle qualità di Pioli, che ora invece viene visto come un Dio.
Tanto nella Capitale quanto in ogni comune d’Italia, del tecnico emiliano se ne parla benissimo. Inevitabile, giacché la Lazio di oggi meraviglia spettatori e addetti ai lavori. Rapida nei ribaltamenti di fronte, è letale quando gli spazi si aprono. Un giro palla preciso, affidato alla saggezza tecnica e mentale di Biglia; altra scommessa vinta da Pioli, che l’ha schierato come perno centrale. Un’intuizione fondamentale, che ha cambiato il volto alla stagione non appena l’argentino ha acquisito il ruolo di leader.
Dall’Argentina di Biglia al Brasile, che a breve inizierà a insorgere per la mancata convocazione del nuovo fenomeno carioca: il mondo ammira Felipe Anderson Pereira Gomes, la Lazio se lo coccola mentre Dunga lo lascia in Italia. L’ex Santos è determinante e la sua ascesa sorprendente: dal match contro il Varese in poi ha totalizzato otto gol in campionato, risultando fondamentale. La Lazio vince ogni volta che il numero 7 gioca.
Dati a parte, arriva il pallone ad Anderson e chiunque ha la sensazione che qualcosa possa accadere. Lo spunto in velocità rende il brasiliano l’ala più letale del campionato. Lo testimonia lo 0-1 contro il Torino: Felipe salta un avversario con il tunnel, spostando il pallone all’ultimo momento, poi finta il destro e con lo stesso piede infila Padelli. Dieci secondi di rapidità e fantasia che valgono una vittoria. Impressionante.
Come impressiona il fatto che Pioli possa permettersi di lasciare in panchina – e a ragion veduta – un altro baby fenomeno come Balde Keita Diao. La forza della Lazio non è solo nelle doti di Pioli o nelle accelerazioni di Felipe Anderson, ma la rosa costruita da Tare e Lotito è forte, c’è poco da dire. A far compagnia in panchina a Keita ci sono anche Ledesma, un uomo da 255 presenze in Serie A, eCana. L’infermeria è ancora piena: Lulic, Djordjevic e Gentiletti. Dunque i capisaldi, fino a qualche mese fa, della squadra non sono a disposizione, ma Pioli potrà comunqquindi contare su almeno 17/18 elementi di grande qualità.
Quando rientreranno il tecnico emiliano potrà scegliere fra varie alternative, un lusso che sembrava ormai non potersi permettere viste le tante assenze. Tanti giocatori, forti e vogliosi di andare in Champions League ma sopratutto di soffiare il secondo posto alla Roma.
Idee, sogni, prospettive che non sembrano poi tanto distanti. Perché la Lazio di Pioli e Felipe Anderson sembra poter fare di tutto.
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