Ancora una vittoria, la quinta consecutiva in campionato. Non si ferma la Lazio, neanche a Torino dove si impone per 2-0. La banda Pioli sfrutta la sconfitta a Verona del Napoli, che ha tre punti di ritardo. Nuovamente decisivo Felipe Anderson, che apre al 71' con un gol stupendo. Sette minuti più tardiarriva il raddoppio, sempre a firma del brasiliano ex Santos con un mancino preciso su assist di Klose. Ma partiamo dal prinicipio.
Pioli si presenta all'Olimpico di Torino senza Candreva, in compenso ritrova Parolo. L'ex Parma si schiera in mezzo al campo insieme a Cataldi e Biglia. Dietro conferma De Vrij e Mauricio, ai lati Basta e Radu. In attacco il tecnico emiliano non rinuncia al trio Mauri-Klose-Anderson e lascia ancora in panchina Keita. Ventura rinuncia ai big in vista del ritrno degli ottavi di Europa League contro lo Zenit (in programma giovedì).
L'avvio della Lazio è rapido, sull'onda lunga dei primi minuti giocati a 100 all'ora contro la Fiorentina. Subito Felipe Anderson cerca il duetto con Klose e Mauri, mettendo in crisi il centrocampo del Torino. I granata lasciano sfogare nei primi dieci la banda Pioli e provano a rimpartire sugli esterni: Basta e Radu sono impeccabili, la difesa della Lazio regge benissimo. Davanti il pallone arriva spesso, ma Anderson pecca di poco cinismo senza sfruttare i (pochissimi) spazi lasciati dagli uomini di Ventura. Il primo tempo scorre via liscio, senza troppe occasioni da gol: la Lazio è vivace, il Toro regge bene l'urto in difesa.
Nella seconda metà Pioli punta sugli stessi undici, che continuano ad attaccare pur non impegnando Padelli. Così la Lazio si sporge e rischia lo svantaggio su un paio di ripartenze granata. Pioli avverte il percolo e capisce che il Torino del maestro Ventura può punire in contropiede. Esce Cataldi per Onazi, cambio che denota grande sagacia: a centrocampo serve la sostanza del nigeriano perché entra Balde Keita Diao. L'ex Barcellona sciupa appena entrato il gol del vantaggio, ma il suo ingresso al posto di Mauri aggiunge pepe alla manovra biancoceleste.
La difesa del Torino regge fino al 71', quando sale in cattedra il fenomeno: Felipe Anderson prende palla sulla tre-quarti, salta con il tunnel un avversario e conclude la cavalcata con un diagonale perfetto. L'ex Santos firma un capolavoro che vale lo 0-1. Lo svantaggio ferisce l'orgoglio dei padroni di casa. Ventura incita i suoi ad attaccare, gli spazi si aprono e la Lazio ne gode. Dopo due occasioni sprecate da Keita – che continua a divorarsi gol su gol – Biglia orchestra il giro palla perfetto da cui nasce il contropiede dello 0-2: al 78' Klose riceve sulla tre-quarti e serve Anderson, che supera Padelli con il sinistro e sigla la doppietta.
I dodici minuti che segeuono il raddoppio vedono il Torino provarci con il cuore ma senza 'ratio'. De Vrij e Mauricio non vanno mai in sofferenza se non su un colpo di testa di Amauri che finisce sul fondo. Termina 0-2 a Torino. Dove in molte si erano fermate, la Lazio passa e si conferma la terza forza del campionato a più tre sul Napoli. Con pieno merito.
Inutile dire il migliore in campo: Felipe Anderson sembra essere di un'altra categoria. Oltre alla doppietta – grazie a cui sale a quota otto in classifica marcatori, raggiungendo i compagni Mauri e Klose – è sempre determinante D.ai suoi piedi delicati nasce sempre un pericolo.
Non a casa con Anderson in campo la Lazio vince sempre. E continuerà a provarci, perché quest'anno la Champions League non sia solo un miraggio. Poi nel mirino c'è la Roma seconda e – si sa – con i cugini di mezzo le motivazioni aumentano a dismisura. Pioli sa che i suoi possono agognare la seconda piazza: la sua Lazio gioca il miglior calcio del campionato, ogni obiettivo è alla portata.
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