SS LAZIO, l’eterno Klose si racconta
Il centravanti tedesco non ha alcuna intenzione di smettere e pianifica il futuro, a suon di gol: la sua intervista
Si scrive Miroslav Klose, si legge “Macchina da gol”. Il centravanti della Lazio, a 36 anni suonati, non ha alcuna intenzione di appendere le scarpe al chiodo, anzi. Miro diventa ogni giorno più famelico, ha la voglia di un ragazzino alle prime armi, con ancora tanti sogni riposti nel cassetto. E invece lui ne ha realizzati la maggior parte, vivendoli in prima persona, da assoluto protagonista. Il Panzer di Opole, però, ha ancora un ultimo grande trofeo da mettere in bacheca, la famigerata Champions League, per lui quasi un’ossessione.
Tutte le soddisfazioni più grandi, Miroslav, le ha conquistate con la Nazionale tedesca, diventando il bomber più prolifico della storia dei Mondiali: “Nel momento in cui deciderò di non giocare più a calcio mi prenderò un bel bicchiere di birra o di vino per fermarmi a pensare a quello che ho fatto – confessa il tedesco ai microfoni di ‘So Foot’ -. Ma non sono ancora finito, ho solo deciso di non allenare quel vecchio cadavere del mio corpo con la nazionale tedesca”.
I tempi sono cambiati ormai rispetto ai suoi primi calci al pallone: “Ho iniziato a giocare al Kaiserslautern – ricorda – Quando ci allenavamo e i più anziani tiravano alto o fuori, io dovevo andare a cercare i palloni, raccoglierli e, alla fine, riportarli nello spogliatoio. Oggi il calciatore non impara a fare le piccole cose che erano importanti per me. Quando facevo un tunnel a un giocatore più anziano mi malmenava al punto che avevo quasi un velo nero davanti ai miei occhi (ride). È tutto finito. Piuttosto sentiamo cose come: 'fermati, è costato 20 milioni, si deve stare attenti. Quando i giocatori di 17-18 anni si allenano con i professionisti o viaggiano con loro, dormono nei migliori alberghi, mangiano il cibo più delizioso, sono trasportati in autobus, in treno o in aereo. E tutto va liscio. Devono saper tenere i piedi per terra ed essere responsabili e non tutti lo sono". Poi racconta la decisione del suo addio alla Mannschaft: “Ho preso una barca per andare a pesca e sono rimasto da solo. Ho pensato al mio numero di partite giocate con la Germania, ossia 137. La somma dei singoli numeri fa 11, il mio numero di maglia. Appena ci ho pensato ed ho capito sono andato a comunicarlo al mio allenatore. Sa che non tornerò indietro nella mia decisione, non l'ho mai fatto".
Le imprese di Klose vivono negli annali della storia del Calcio. Inutile ricordarle. Ora l’attaccante ex Bayern è pronto a proseguire la sua avventura in maglia biancoceleste, se lo vorrà. Il rinnovo è arrivato in automatico, avendo superato le presenza previste dalla clausola. Il futuro è nelle sue mani. E Miro, meglio di chiunque altro, sa come scriverlo.