Doveva vincere e l'ha fatto. A prescindere dai favori dei pronostici, la Lazio non ha disatteso le aspettative: 3-0 all'Atalanta e un calcio al complesso 'da braccino corto'. E soprattutto il terzo posto in attesa che domani passi il treno delle altre contendenti – Napoli, Sampdoria e Genoa.
Fa nulla se per molti battere l'Atalanta è scontato. L'insidie per Pioli e compagnia erano rappresentate dalla lista infortunati. La Lazio si presenta all'Olimpico senza Braafheid in difesa, a centrocampo mancano Biglia e Parolo (squalificato). Assenze pesanti da sommare ai lungodegenti Candreva e Gentiletti, eppure Pioli trova le soluzioni adeguate. Cana accompagna de Vrij al centro della difesa, mentre Radu scala a sinistra. In mediana spazio alle 'vecchie' seconde linee, Ledesma e Gonzalez, che compongono il reparto insieme a Lulic. Davanti il trio delle faville parmensi, Djordjevic-Mauri-Anderson.
L'inizio a Roma è tutt'altro che sprint. Nulla di più semplice: la Lazio attacca e l'Atalanta si chiude per poi ripartire. Gli spazi latitano, ad aprirli ci prova soprattuto Felipe Anderson: le accelerazioni del brasiliano a tratti sono letali, ma le triangolazioni fra il numero 7 e i compagni sono poco concrete. Sportiello non è chiamato agli straordinari. Dall'altra parte la Dea si vede a tratti, funziona bene la fase difensiva dei biancocelsti che concedono solo qualche tiro da fuori. I ritmi si alzano, azione dopo azione. Ma per lo spettacolo bisogna attendere il secondo tempo. La prima metà termina 0-0.
6' dopo la ripresa e la Lazio passa in vantaggio (51'). Anderson parte da destra, vola con impressionante rapidità sul fondo e crossa: in area c'è Mauri – stasera molto più punta del vero 9, Djordjevic – che solo in area sigla l'1-0. Con il vantaggio si aprono le barricate bergamasche e la manovra capitolina si fa più fluida. Ad innescare i pericoli è sempre Felipe Anderson, che impegna Sportiello di destro: il portiere atalantino mette in corner e salva momentaneamente i suoi. Già, momentaneamnete, perché la Lazio forte del vantaggio è impacabile. Al 71' Anderson prende palla fra le linee, salta un paio d'avversari e scarica a rimorchio per Mauri: il capitano apre il destro e trova il gol sul secondo palo. Un tocco delicato che vale il raddoppio. Sparisce dal campo l'Atalanta e la Lazio dilaga: Basta scende sulla destra e crossa per Lulic che di testa batte Sportiello e segna il tris. Dopo il 3-0 c'è tempo solo per l'accademia e gli strilli di Keita, che sfiora il poker evitato da una parata miracolosa di Sportiello.
Finisce 3-0 all'Olimpico. Prova di forza della Lazio, che si conferma pur orfana delle pedine più importanti. Una vittoria che esprime la qualità di gioco, ritrovata matrice dello stile di mister Pioli. Infine i tre punti di stasera valgono il terzo posto. Se le certezze non vacillano; se la difesa regge; se Mauri è questo e Anderson continua a fare il Cristiano Ronaldo, il sogno Champions League della Lazio può anche concretizzarsi. Ma, si sa, a Roma in dieci giorni rischi di tornare un brocco… Pioli dovrà continuare soprattuto sulla mentalità. Alla Lazio 'europea' non è concessa alcuna discontinuità.
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