Tramite un dispositivo ufficiale il comune di Marsiglia, insieme al Ministero degli Interni francese, ha vietato l’ingresso nella città ai tifosi della Lazio. Il fine è quello di evitare possibili scontri con i supporter di casa, alla luce del caos che si manifestò nell’ultimo precedente del 2018.
Poco più di tre anni fa si tenne, sempre a Marsiglia, un’altra gara tra le due compagini, vinta per 3-1 dai biancocelesti. Di quell’incontro ricordiamo soprattutto una rissa che coinvolse circa 200 tifosi di entrambe le fazioni. Scontri che causarono 4 feriti, ed è questo il motivo delle nuove disposizioni in vista del prossimo match. Diversi video testimoniano la violenza degli incidenti di allora tra le opposte tifoserie. Inoltre il 30 settembre scorso, in occasione dell’incontro di calcio valevole sempre per l’Europa League tra Marsiglia e Galatasaray, accaddero altri tafferugli che causarono tre feriti e portarono all’arresto di 5 ultras, tre turchi e due francesi. Una decisione, quella di chiudere le frontiere ai tifosi, per la quale si fatica a trovare un precedente.
Nel testo della disposizione viene, dunque, messa in risalto la violenza e i comportamenti che richiamano il fascismo che alcuni supporter della Lazio hanno avuto. Questo il testo reso noto: “Viaggi individuali o di gruppo, con qualsiasi mezzo, per valichi autostradali, porti e aeroporti francesi, sono vietati ai tifosi della Lazio o a chi si comporta come tale. A causa del comportamento violento di alcuni tifosi della Lazio in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo, nonché la ripetuta interpretazione di canti e saluti fascisti“.
Parole chiare che sembrano cavalcare l’onda delle polemiche che hanno colpito la Lazio negli ultimi giorni. Infatti la società biancoceleste è stata al centro dell’attenzione per alcuni video riguardanti il saluto fascista allo stadio del falconiere della società Juan Bernabè. Questo ha poi giustificato il tutto richiamando la sua cultura di provenienza e affermando che quel gesto è considerato “militare” in Spagna. Ma le immagini rimangono e la presa di posizione della società è stata netta.
Il divieto ai tifosi della Lazio, ad ogni modo, non è l’unico per la partita in programma giovedì. Infatti a seguito degli scontri che si sono tenuti in occasione di Marsiglia-Galatasaray l’Uefa ha predisposto la chiusura di una parte della tribuna. Si tratta della gradinata nord. Un sospiro di sollievo per i tifosi di casa che vorranno assistere a quella partita, dopo il rischio di chiusura totale dello stadio.
“La decisione del Ministero dell’Interno francese di vietare in via precauzionale la trasferta nella città di Marsiglia ai tifosi della Lazio non sorprende ed è in linea con quanto già deciso dalle Autorità italiane nella partita d’andata. A stupire sono piuttosto le modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni. La Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla Società stessa, che ha sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi”.
È questa la replica della Lazio alla decisione della Francia di introdurre divieti agli spostamenti per i tifosi italiani in vista del match di Europa League tra i biancocelesti e il Marsiglia, ospitato il prossimo giovedì al Velodrome. La Società Sportiva Lazio “ha sempre posto in essere iniziative tese a promuovere i principi valoriali dello sport ed il superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico, etnico e religioso come è stato ampiamente riconosciuto anche ai massimi livelli istituzionali.
Abbiamo visto peraltro che la violenza negli stadi è un fenomeno purtroppo ancora diffuso e preoccupante, a partire da quanto è accaduto recentemente proprio al Velodrome di Marsiglia. Ci attendiamo quindi un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo – conclude la nota – che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno e dai colori delle proprie bandiere”. (Com/Res/ Dire)
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