Categorie: Opinioni

Stadio della Roma: “Allora si poteva fare, evviva il compromesso”

Quindi sembra essere alla fine della stesura dell'operetta buffa “Lo stadio della Roma”, testo di Beppe Grillo con musiche di James Pallotta, e l'etoile Virginia Raggi al centro della scena, che danza  piroettando pezzi di musica immortali. “Lo stadio si fa, lo stadio non si fa, lo stadio si fa qui, lo stadio si fa là, lo stadio, se si fa, non si fa qui ma si fa là!”

E invece lo stadio della Roma si fa proprio a Tor di Valle,  però senza le vituperate Torri e con il taglio di almeno il 50% delle cubature previste dal progetto originario. Sembrano essere tutti d'accordo, grande vittoria del Dio Compromesso, unico nume tutelare, Angelo Consigliere di tutte le beghe, vero deus ex machina delle liti tra gli umani.

E pensare che la storia infinita Stadio della Roma sembrava volta ad una fine ingloriosa, con la sindaca Raggi ricoverata al San Filippo Neri per un malore che a noi è parsa una scusa banale per non partecipare alla riunione definitiva in Campidoglio, tanto che abbiamo scritto che sembrava la scusa classica dei bambini quando non fanno i compiti “Maestra, m'è morta nonna!” E le minacce alla Città del presidente giallorosso Pallotta: “Se non mi fate fare lo stadio, inizio a vendere i giocatori migliori e poi vendo l' A. S. Roma, con  conseguenze catastrofiche per la città e tutti i romanisti”. Che poi sarebbe facile immaginare scendere in piazza pericolosamente incazzati. Invece per fortuna ha prevalso il buon senso,

"Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park; abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima che non sarà più soggetto ad allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido. Abbiamo rivoluzionato il progetto dello Stadio della Roma e lo abbiamo trasformato in una opportunità per Roma". E' con queste parole che la sindaca Raggi Virginia, dopo otto mesi di No a qualsiasi proposta, inizia a dire il primo tiepido Si, col beneplacito del suo mentore Beppe Grillo, che è corso ai ripari dopo essersi reso conto di quanto il suo movimento stesse perdendo consensi. Escluso il mio, almeno i voti dei romanisti saranno assicurati.

Redazione

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