Stadio della Roma, le resistenze dei cittadini di Pietralata: “Non ce ne andremo”
I possibili intoppi dell’impianto giallorosso presentato in Campidoglio. Il lascito di anni di degrado e del progetto Sdo finito nel dimenticatoio
L’altra faccia dello Stadio della Roma. Dopo aver presentato il progetto in Campidoglio, in attesa dei primi pareri istituzionali oltre al Comune, che ha “indetto” la Conferenza di Servizi, emergono le prime resistenze all’idea dei Friedkin dello stadio a Pietralata.
“Lo stadio? Non ne sappiamo niente”
Il quotidiano La Repubblica è andato a Pietralata, e più precisamente in via degli Aromi, una strada che esce da Via dei Monti di Pietralta che si conclude con un vicolo cieco. Qui, secondo il progetto della società giallorossa, dovrebbe sorgere un parcheggio. Nelle parole dei pochi abitanti in un contesto difficile, riemergono tutti i problemi di un esproprio – quello per l’Sdo – finito nel dimenticatoio. Quelli che in questo prossimo, potrebbero essere ancora più pesanti, non solo per le baracche di migranti.
“Lo stadio? Non ne sappiamo niente”, ha dichiarato un abitante di una delle palazzine. “Nessuno ci ha informato e non abbiamo ricevuto né lettere, né raccomandate. Che ce ne dobbiamo andare l’abbiamo letto sui giornali. A luglio è venuto un ingegnere. Aveva una squadra di tecnici, hanno fatto volare dei droni, hanno detto che ci avrebbero fatto sapere e poi sono spariti”.
Mario, un 66enne del posto, intervistato dal quotidiano ha risposto: “Siamo qui dal 1929, abitiamo da tre generazioni in questo casale che ormai ha più di cento anni. Prima dovevano fare lo Sdo e l’area era già stata espropriata dal Comune, poi non hanno fatto niente. Così i terreni sono tornati ai proprietari, ora ai figli e ai nipoti. Non credo che dovremmo andar via, sarà come con gli altri progetti“.
Stadio della Roma le resistenze dei cittadini: “Non ce ne andremo”
Luciano, pensionato, non ha alcuna intenzione di andarsene: “Siamo al centro di un parco dal valore inestimabile dove vivono istrici, volpi e fagiani. Io stesso vado a prendere da una macelleria gli scarti da portare agli animali. No, non permetteremo a nessuno di rovinare tutto questo. Neppure alla amata Roma. Qui abbiamo costruito le nostre case, le nostre abitudini che sono tutto quello che abbiamo”.
La situazione di degrado viene spiegata da Sara, che gestisce col marito una concessionaria di auto anch’essa destinata a esproprio per diventare una parte del parcheggio del nuovo Stadio della Roma. “Dove andremo? E che gliene frega. Qui è tutto abbandonato. Il sottovia che porta al Pertini si allaga, intorno è pieno di stranieri, centinaia, sono quelli che stavano dentro la stazione Tiburtina. Sono loro a causare molti incendi. Ora aspettiamo una nuova collocazione: ci sono varie ipotesi tra le quali Casal Bianco, Tor Cervara. Ma ormai viviamo appesi”.