Stalking, molestie e minacce sui social. Siamo sicuri che Internet faccia bene?
Risultano in costante aumento anche le diffamazioni online, soprattutto ai danni di persone che ricoprono incarichi istituzionali o conosciute dal grande pubblico
Aumentano le estorsioni a sfondo sessuale, stalking, le molestie e minacce sui social network. Nell’ambito dei reati contro la persona perpetrati sul web, dal mese di gennaio ad oggi, sono state indagate 288 persone. E’ quanto si legge nel bilancio della Polizia postale sull’attività compiuta nel 2019. Risultano in costante aumento le diffamazioni online, soprattutto ai danni di persone che ricoprono incarichi istituzionali o comunque conosciute dal grande pubblico: 2426 i casi trattati e 738 le persone indagate. Sono stati segnalati 514 casi di ricatto online dall’inizio dell’anno.
Una particolare rilevanza ha assunto l’attività di contrasto al revenge porn, un fenomeno in continua crescita, per il quale sono 24 le persone indagate. I dati, spiega la Polizia postale in una nota, non rispecchiano la gravità e l’estensione del fenomeno, a causa della ritrosia a denunciare di molte persone. Grande impegno è stato profuso al contrasto dei reati d’incitamento all’odio: sono oltre 2000 gli spazi virtuali monitorati nel 2019 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra.
Si registra la continua crescita delle truffe online: nel 2019 sono state ricevute e trattate oltre 196 mila segnalazioni che hanno consentito di indagare 3620 persone. Sempre più sofisticate sono state le condotte fraudolente commesse sulle piattaforme di e-commerce. Sono aumentate le cosiddette truffe romantiche, che vedono come vittime delle donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni, circuite da uomini conosciuti in rete e indotte con stratagemmi sentimentali a versare ingenti somme di denaro a truffatori senza scrupoli. Si è evidenziato un significativo aumento del fenomeno delle truffe legate al trading online: molti utenti della rete, allettati dalla prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri”, sono caduti nella rete di abili truffatori e finti intermediari finanziari investendo centinaia di migliaia di euro.
Oltre 32.170 spazi web monitorati e centinaia di contenuti rimossi. Sono, invece, i numeri, resi noti sempre dalla Polizia postale e relativi all’attività di contrasto al cyberterrorismo e alla lotta ai fenomeno di radicalizzazione nel 2019. Risultati ottenuti nell’ambito della “guerra” al terrorismo internazionale di matrice jihadista e, in particolare, ai fenomeni di radicalizzazione sul web. “La rete, come è noto, assurge a un ruolo fondamentale quale strumento strategico di propaganda dell’ideologia del Daesh, di reclutamento di nuovi combattenti, di finanziamento, di scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione – evidenzia la Polizia postale -. Ecco quindi il minuzioso controllo di siti, blog, forum, social network e gruppi chiusi presenti su piattaforme di comunicazione”.
Partendo dall’analisi dei tragici eventi terroristici avvenuti negli ultimi anni in Europa, la Polizia ha constatato come “sempre più spesso i lupi solitari (sia di matrice jihadista, così come di matrice neonazista) abbiano fatto ricorso ad esplosivi e armamenti realizzati seguendo le istruzioni presenti in manuali e linee guida pubblicate online”. Oltre alle attività di polizia giudiziaria connesse al terrorismo di matrice jihadista, la Polizia postale e delle comunicazioni ha registrato un notevole incremento delle attività nel settore della propaganda online legata all’estremismo razzista e xenofobo, riscontrando un trend di forum e discussioni dedicate all’argomento in costante aumento.