Stipendi troppo bassi non riescono a sostenere l’aumento dei prezzi
Alcune categorie spesso ricevono retribuzioni che non garantiscono una vita dignitosa nonostante l’importanza del loro ruolo nell’economia nazionale
In Italia, gli stipendi bassi e l’aumento dei prezzi sono un problema complesso, influenzato da diversi fattori strutturali e economici. La produttività, ad esempio, è uno dei principali fattori che influenzano gli stipendi. La produttività in Italia è cresciuta meno rispetto ad altri paesi sviluppati, come la Germania o gli Stati Uniti, a causa di vari fattori tra cui l’adozione tecnologica, l’efficienza del sistema produttivo, e la formazione e istruzione dei lavoratori. Questo impatta direttamente sulla capacità delle aziende di aumentare gli stipendi.
Un altro aspetto che incide sugli stipendi in Italia è il mancato rinnovo tempestivo dei contratti collettivi. Oltre il 50% dei lavoratori italiani è coperto da contratti scaduti da oltre due anni, il che ha portato a una diminuzione dei salari reali, ossia i salari rapportati ai prezzi, di oltre il 6% nel 2022. Questo ritardo nel rinnovo dei contratti prolunga la perdita di potere d’acquisto per molti lavoratori.
Il salario minimo
Inoltre, l’assenza di un salario minimo legale in Italia, presente in trenta dei trentotto paesi OCSE, contribuisce a questo scenario. L’introduzione di un salario minimo, accompagnata da una commissione per valutarne il livello, potrebbe aiutare a mitigare l’impatto dell’inflazione sui lavoratori e garantire una più equa distribuzione dei costi dell’inflazione tra imprese e lavoratori.
Infine, i dati mostrano che, dal 1990 al 2020, i salari reali in Italia sono calati del 2,9%, con un calo accentuato nell’ultimo anno di -7,3%, il dato più negativo tra le grandi economie. Questo, combinato con un’inflazione ancora elevata, contribuisce alla difficoltà degli stipendi di tenere il passo con l’aumento dei prezzi.
In Italia, alcuni dei lavori con gli stipendi più bassi includono professioni nel settore agricolo, turistico (come baristi e camerieri), domestico (colf e badanti), vendita e commercio (cassieri e addetti alle vendite), e anche nel settore pubblico, inclusi i dipendenti della Polizia. Queste categorie spesso ricevono retribuzioni non sufficienti a garantire una vita dignitosa nonostante l’importanza del loro ruolo nell’economia nazionale.