“Non vi sono fini scientifici.” La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell'AJA non usa mezzi termini. La caccia alle balene è, da oggi, illegale e i cosiddetti “fini scientifici”che il Paese del Sol Levante aveva indicato nel 1988 per giustificare il proseguimento della caccia ai grandi mammiferi marini non valgono più.
Le sale di stoccaggio giapponese, lo scorso anno, avevano fatto registrare oltre 6000 tonnellate di carne di balena andata sprecata per l'alto contenuto di mercurio. E' cosa ormai nota, infatti, che l'inquinamento degli oceani ha raggiunto livelli tali da contaminare la fauna marina a causa dei metalli pesanti presenti nelle acque. Balene, delfini, squali, pesci spada e tutti gli altri grandi predatori del mare sono i primi a risentirne semplicemente alimentandosi delle prede abituali.
La notizia è stata accolta con favore da milioni e milioni di animalisti anche giapponesi. Il consumo di carne di balena, infatti, è diminuita di molto negli ultimi anni così come quella di delfino.
Anche in Giappone, evidentemente, le tradizioni possono cambiare o, comunque, avere battute di arresto.
La flotta di Sea Shepherd, così come gli attivisti di Greenpeace senza dimenticare Ric O' Barry e gli altri che avevano contribuito ad informare l'opinione pubblica internazionale denunciando la caccia illegale anche nei santuari antartici festeggiano un'altra battaglia vinta.
Le balene, intanto, continuano a nuotare tranquille nell'oceano. Un oceano che, da oggi, è ancora più blu.
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