Strage di Strasburgo. Ucciso Cherif, in una sparatoria con la polizia
“Era un soldato dello stato islamico” scrive Amaq, l’agenzia di stampa dell’Isis, rivendicando l’attentato di martedì sera
Morto. Cherif Chekkat, l’uomo che martedì scorso ha sparato sulle persone che si aggiravano per il mercatino di Natale di Strasburgo (uccidendone tre e ferendone altre 13), è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia.
In realtà non era nemmeno riuscito ad abbandonare la città. Si era rintanato nel quartiere di Neudorf, dove è cresciuto, e pare che si fosse nascosto in un magazzino. Sulla dinamica dei fatti le ricostruzioni non sono del tutto omogenee, ma stando a quella riportata dall’autorevole quotidiano parigino Le Mond risulta che Cherif sia stato intercettato da un nucleo delle forze speciali mentre camminava per strada, all’altezza del civico 74 di rue du Lazaret. Riconosciuto dagli uomini della BST, la Brigade spécialisée de terrain, ha estratto la pistola e si è messo a sparare.
Una mossa disperata che si è trasformata in un suicidio. I proiettili degli agenti lo hanno abbattuto senza che lui riuscisse a colpire nessuno.
Cherif “un soldato dello stato islamico”
Amaq, l’agenzia di stampa dell’Isis, lo ha prontamente ricordato: “Era un soldato dello stato islamico e ha portato avanti l’operazione per vendicare i civili uccisi dalla coalizione internazionale [in Siria]”.
Una definizione fin troppo altisonante: non solo perché lo accredita come un combattente al servizio di una causa ben precisa, ma perché si sforza di presentarlo come l’artefice di una missione specifica.
Più che un soldato in stile commando, Cherif sembra un altro ‘cane sciolto’ in cerca di rivalse personali. Un criminale radicalizzato che si è lasciato sopraffare dall’odio.